"La verità per il mio Mattia. Mi batterò fino alla fine"

Giordano Perini, papà del 16enne travolto e ucciso da un treno, annuncia che manifesterà in tribunale. A luglio l’udienza per decidere sull’archiviazione.

"La verità per il mio Mattia. Mi batterò fino alla fine"

"La verità per il mio Mattia. Mi batterò fino alla fine"

Il 3 luglio Giordano Perini, padre di Mattia, il sedicenne civitanovese travolto da un treno nella stazione di Loreto nel gennaio del 2020, saprà se le indagini sulla tragedia in cui il ragazzo perse la vita verranno riaperte oppure se il caso sarà archiviato. Da quattro anni e mezzo Giordano Perini non si dà pace e per quella data, di fronte al Tribunale di Ancona, organizzerà un corteo per far sentire la sua voce. È da quel tragico 9 gennaio 2020, quando in stazione, mentre rientrava da scuola, il sedicenne era stato travolto e ucciso da un Freccia argento Taranto-Milano, che suo papà vuole sapere la verità. Per tre volte il caso è stato archiviato.

Ad agosto dello scorso anno, attraverso una istanza avanzata alla Procura di Ancona, Perini ha chiesto che vengano presi in considerazione una serie di elementi: tanti interrogativi, a suo dire, rimasti senza risposta, tanti dettagli non del tutto analizzati. Tra questi, i filmati delle telecamere di videosorveglianza. "Sulla questione delle telecamere in stazione sono state riferite tre versioni diverse – ha spiegato Perini, che è assistito dall’avvocato Riccardo Leonardi –. Prima mi è stato detto che i filmati erano stati visionati, poi che proprio quel giorno in particolare le telecamere erano fuori uso e, alla fine, è venuto fuori che le telecamere nella stazione di Loreto non erano funzionanti dal 2009. Qual è la verità? Le telecamere dovrebbero servire a garantire la sicurezza di chi frequenta la stazione. È possibile, poi, che non ci sia la scatola nera del treno? Come può sparire nel nulla la scatola nera di un treno? Per tre volte il caso è stato archiviato senza che siano stati presi in considerazione elementi che avevamo fornito. Io voglio sapere come è morto Mattia, voglio capire se ci siano delle responsabilità da parte di qualcuno. Se il treno, ad esempio, era stato regolarmente annunciato oppure no. Se qualcuno ha sbagliato, deve pagare. Mattia merita di avere giustizia, non merita tutti questi sotterfugi. Sono quattro anni e mezzo che non ho pace, voglio sapere la verità. Non è normale perdere un figlio e non sapere come siano andate esattamente le cose. Anche la posizione in cui è stato rinvenuto il corpo di Mattia è anomala. Organizzerò questo corteo per quella data, lo faccio per avere giustizia, Ormai è la mia battaglia contro lo Stato, contro le Ferrovie dello Stato. Ma andrò fino in fondo per sapere la verità".