L’ultimo saluto a Ivo Pianesi, reduce della guerra in Russia

Aveva cento anni: dopo la ritirata a 40 gradi sotto zero, gli fu amputata parte dei piedi

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"Nonno Ivo". Così lo chiamavano i tanti studenti che lo ascoltavano per ore in silenzio mentre raccontava la sua campagna di Russia, quando nel dicembre 1942, l’offensiva sovietica travolse i corpi d’armata italiani e sei divisioni con forze tedesche e rumene furono costrette alla ritirata. Quattro giorni di marcia che gli costarono l’amputazione della parte anteriore dei piedi. E ora che Ivo Pianesi se n’è andato, la città perde una delle sue memorie storiche. Pianesi aveva compiuto 100 anni a gennaio e fino a quando la salute lo aveva assistito era andato nelle scuole a raccontare le atrocità che aveva vissuto durante la guerra. I suoi ricordi sono anche stati raccolti nel libro "E tornammo a piedi". A Macerata aveva seguito la scuola per radiotelegrafisti e quando venne chiamato per la Russia pensava di andare a fare il lavoro per cui aveva studiato ma, come disse in una sua intervista al Carlino, "una stazione radio non l’ho mai vista, ho visto solo le mitragliatrici". Nell’autunno del 1942 venne mandato a Cerkovo, a dicembre il gruppo era già accerchiato. "L’assedio durò un mese – aveva raccontato Pianesi –. Quando potevano gli aerei S79 italiani buttavano casse di viveri e munizioni senza paracadute e una metà si rompeva nell’impatto. Il 16 gennaio ‘43 attaccammo per aprirci un varco, noi avevamo i mortai, loro i razzi katiuscia. Riuscimmo a sfondare la sacca di accerchiamento, ma fu una trappola. I russi ci attaccarono alle spalle e fu un massacro". E chi era sopravvissuto, come Pianesi, iniziò la ritirata con quasi 40 gradi sotto zero e quattro giorni di marcia in mezzo alle neve. Una traversata che a Pianesi costò l’amputazione delle dita dei piedi. "Siamo profondamente addolorati – commenta Gilda Coacci, presidente dell’Associazione nazionale invalidi e mutilati di guerra –. Ivo è stato un uomo eccezionale, sempre molto dolce, non ha fatto mai pesare la sua invalidità. Durante la sua vita ha voluto incontrare i giovani, per raccontare le atrocità della guerra e loro, che lo chiamavano nonno Ivo, lo ascoltavano per ore. In ogni occasione ribadiva il suo "Mai più guerra" perché porta solo morte e distruzione. È stato un maestro di vita". Pianesi lascia la moglie Wanda, i figli Giorgio e Claudio, le nuore Maria e Patrizia i nipoti Sara, Serena, Silvia e Simone. Il funerale verrà celebrato oggi, alle 15, nella chiesa di San Francesco.