LUCIA GENTILI
Cronaca

Lupi e cinghiali nei centri abitati: “Aumentano gli episodi predatori”

Macerata, il biologo Rossetti (Parco dei Sibillini) dopo le ultime incursioni: questi animali vanno alla ricerca di cibo. “Non si deve favorire il contatto tra l’uomo e i selvatici, a partire dalla gestione di rifiuti e animali domestici”

Aumentano gli avvistamenti di lupi e cinghiali a ridosso dei centri abitati, dove gli animali si spingono alla ricerca di cibo; nel tondo, Alessandro Rossetti, biologo Parco dei Sibillini

Aumentano gli avvistamenti di lupi e cinghiali a ridosso dei centri abitati, dove gli animali si spingono alla ricerca di cibo; nel tondo, Alessandro Rossetti, biologo Parco dei Sibillini

Macerata, 19 gennaio 2025 – Sempre più animali selvatici in città. Gli ultimi avvistamenti sono stati segnalati a Monte San Martino, a ridosso del centro abitato; in uno di questi episodi, un lupo ha aggredito un animale domestico uccidendolo. Poi ci sono i cinghiali, che causano incidenti stradali e danni all’agricoltura. Per una questione di sicurezza in alcuni Comuni, come Tolentino e San Severino, i sindaci hanno disposto l’abbattimento, per cercare di contenere il numero. La convivenza tra uomo e fauna selvatica è possibile? Il biologo del Parco nazionale dei Sibillini Alessandro Rossetti spiega quali sono le misure che l’ente mette in campo.

Lupi e cinghiali si stanno avvicinando sempre di più ai centri urbani. Perché?

“Gli animali selvatici esplorano il territorio soprattutto alla ricerca di cibo, che può essere rappresentato anche da alimenti di origine antropica, come i rifiuti; non sorprende quindi che animali molto diffusi come il cinghiale o che, come il lupo, sono aumentati negli ultimi decenni, possano frequentare anche i centri abitati”.

Il comitato permanente della Convenzione di Berna ha votato a favore del declassamento dello status di protezione del lupo, portando la specie da “rigorosamente protetta” a semplicemente “protetta”. Cosa comporta?

“La modifica dello status di protezione del lupo entrerà in vigore probabilmente dal prossimo 7 marzo, ma per essere efficace dovrà essere recepita da ogni Stato. Solo dopo la conclusione di questo iter, potranno essere più facilmente autorizzati interventi di controllo numerico di questa specie, purché ne sia comunque garantito un “buono stato di conservazione“”.

Quanti lupi ci sono nel territorio del Parco dei Sibillini? Sono in aumento?

“Sulla base delle diverse tecniche di monitoraggio – che comprendono il wolf howling (o tecnica dell’ululato indotto, basata sull’emissione di ululati registrati, ndr) la raccolta di dati tramite video e fototrappole, la geolocalizzazione mediante collari satellitari e il campionamento genetico – i dati raccolti nel 2024 indicano la presenza di 11 nuclei riproduttivi nel Parco, per un numero complessivo di circa 53 lupi. Dal confronto con i dati raccolti a partire dal 2003 si osservano nel corso degli anni normali fluttuazioni, ma non si registra un trend di crescita. Ciononostante, negli ultimi anni, si registra un sensibile incremento delle predazioni nei confronti del bestiame domestico, soprattutto nei confronti di bovini ed equini al pascolo brado, che in alcune realtà sono notevolmente aumentati”.

E i cinghiali?

“Sulla base del monitoraggio fatto nel 2024, il numero di cinghiale è stimato da un minimo di 888 a un massimo di 1.370, distribuiti soprattutto nelle aree collinari dei settori settentrionale e orientale del Parco. Per la popolazione di cinghiale si osservano normali fluttuazioni, ma negli ultimi anni non si registra un trend di crescita”.

Cosa sta facendo il Parco per la convivenza tra animali selvatici e attività umane?

“La prima regola è evitare comportamenti che possano favorire il contatto tra l’uomo e i selvatici. In questo modo infatti possono aumentare gli animali confidenti o problematici, e le situazioni conflittuali. Oltre a non offrire cibo, è fondamentale una buona gestione dei rifiuti e degli animali domestici. Il Parco provvede a favorire la coesistenza tra attività umane e fauna mediante misure quali l’indennizzo dei danni alle colture e al patrimonio zootecnico e la concessione di contributi per la realizzazione di recinti di protezione. Per quanto riguarda il cinghiale, il Piano di gestione prevede anche interventi di controllo tramite prelievo selettivo, mentre per il lupo sono in fase di sperimentazione in collaborazione con uno spin-off dell’Università di Perugia e gli allevatori, prototipi di collari satellitari da applicare agli animali al pascolo per una loro migliore gestione”.