REDAZIONE MACERATA

Macerata: aumento del 21,2% delle denunce di malattie professionali nel 2024

In provincia di Macerata, le denunce di malattie professionali sono aumentate del 21,2% nel 2024, secondo i dati Inail.

Nei primi dieci mesi del 2024, in provincia di Macerata le denunce di malattie professionali sono aumentate del 21,2%. Un valore che nelle Marche è secondo solo a quello della provincia di Ancona (+35,1%), ma ampiamente al di sopra di quello delle province di Pesaro (+14,4%), Fermo (+19,5%) e Ascoli (+9,5%).

È questo il quadro che emerge dai dati Inail, elaborati dall’Ires Cgil Marche, in un contesto che nella regione registra una lieve riduzione degli infortuni (-1,6%) anche se il numero è sempre elevato: 13.964, vale a dire quasi 1.400 al mese, 15 dei quali mortali. Aumentano invece le malattie professionali, passate da 5.596 del 2023 a 6.686 del 2024.

"Nella regione assistiamo a un’esplosione delle malattie professionali che sono cresciute del 19,5% rispetto all’anno precedente. Siamo preoccupati", afferma Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche. Le malattie più denunciate riguardano il sistema osteomuscolare, il sistema nervoso, e le malattie all’orecchio.

"Questa situazione – prosegue – conferma una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori del proprio stato di salute. Tuttavia, questi dati sono allarmanti perché significa che ancora oggi, lavorando, ci si ammala come cinquant’anni fa e le cause strutturali di questo fenomeno non sono state ancora rimosse. Anzi sono peggiorate".

Tra le principali c’è il mix generato dall’alto tasso di precarietà unito ai ritmi intensi di lavoro: una condizione che, oltre a produrre lavoro povero e scarsamente qualificato, è responsabile dell’aumento di queste malattie. E bisogna fare attenzione alla lettura dei dati.

"Non possiamo farci ingannare dalla diminuzione degli infortuni – evidenzia Longhin –. Se, infatti, analizziamo il dato disaggregato per provincia, notiamo che a Fermo, ad esempio, vi è un aumento consistente rispetto all’anno precedente, con +8,7%. Non solo: per le classi di età, gli infortuni aumentano tra i giovani fino a 29 anni, e tra le persone più anziane dai 60 anni in su".

"Se davvero vogliamo invertire questa situazione, c’è ancora tanto da fare. Servono volontà, impegno e risorse se davvero vogliamo rimettere al centro la salute dei lavoratori e non il profitto", conclude la segretaria Cgil.