Mario Pianesi e la moglie morta. "Non la uccise lui"

Secondo la perizia chiesta dal gip, il decesso venne causato da problemi cardiaci

Mario Pianesi (foto Calavita); nel riquadro Gabriella Monti

Mario Pianesi (foto Calavita); nel riquadro Gabriella Monti

Macerata, 19 settembre 2019 - Procedure mediche eseguite correttamente, la moglie di Mario Pianesi è morta per problemi cardiaci gravi e né un intervento chirurgico tempestivo dopo l’ictus che l’aveva colta nel 1997 né la scelta di cure diverse avrebbero garantito la certezza scientifica di salvarla. E’ quanto emerge dalla perizia che il gip Sonia Piermatini ha affidato al professore Cristian D’Ovidio, medico legale dell’università di Chieti, per fare chiarezza sulle circostanze che nel 2001 portarono al decesso di Gabriella Monti, spirata al Lancisi dopo un ictus che l’aveva colpita quattro anni prima.

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Ieri mattina il perito, nell’ambito dell’incidente probatorio, ha relazionato sulla documentazione clinica della donna. Per quella morte, a distanza di anni, il pm Paolo Gubinelli ha aperto un fascicolo per omicidio volontario aggravato su Pianesi, il guru della Macrobiotica e sul quale pende un secondo fascicolo dove è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale insieme ad altre tre persone che facevano parte della sua associazione «Un punto macrobiotico»: l’attuale moglie Loredana Volpi, il collaboratore Giovanni Bargnesi e Karl Xaver Wolfsgruber, membro della segreteria dell’associazione. Proprio l’indagine su una presunta psico-setta macrobiotica, esplosa a marzo dello scorso anno e partita anni prima con una prima denuncia fatta a Forlì, da una donna che si era avvicinata al gruppo macrobiotico riducendosi a pesare 35 chili per seguire il rigido regime alimentare a base di cibi vegetali, e poi estesa al capoluogo dorico dove erano emerse altre presunte vittime, aveva portato il pm Gubinelli ad aprire il secondo fascicolo a settembre 2018.

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Secondo l’accusa, Pianesi avrebbe lasciato morire la moglie malata sotto la rigida imposizione delle diete Ma-Pi a base di legumi e cereali, diete che lui stesso aveva elaborato per i suoi adepti. Durante le indagini del primo filone d’inchiesta, ascoltando persone informante sui fatti e altre che aveva già sporto denuncia contro il gruppo di Pianesi, gli inquirenti avevano avuto indicazioni circa la morte della moglie del guru per presunte imposizioni alimentari alle quali il marito l’avrebbe rilegata sotto il dogma rigido della cultura macrobiotica che gli adepti dovevano rispettare, impedendole di curarsi. Il perito D’Ovidio doveva capire di quali patologie soffrisse la moglie morta, le circostanze del decesso, l’adeguatezza delle cure mediche adottate e la regolarità del consenso della vittima alle dimissioni dall’ospedale.

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Non emerge, dalla sua relazione, responsabilità di terzi per la morte di Monti e le dimissioni dall’ospedale della paziente sono state firmate da lei regolarmente dopo il dissenso dato a rifiutare trattamenti cardio-chirurgici quando le fu fatta la diagnosi della patologia cardiaca, scoperta dopo il ricovero per l’ictus e in una situazione già severa. La stessa donna era sottoposta a visite cardiologiche ogni due mesi. D’Ovidio non entra nel merito se la dieta macrobiotica seguita dalla moglie di Pianesi abbia influito a peggiorare il quadro clinico fino al decesso. A chiedere l’atto irripetibile era stato il pm.

L'altro filone dell'indagine

Su Pianesi pende un secondo fascicolo dove è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale insieme ad altre tre persone che facevano parte della sua associazione «Un punto macrobiotico». L’indagine su una presunta psico-setta macrobiotica, esplose a marzo dello scorso anno da una donna che si era avvicinata al gruppo macrobiotico riducendosi a pesare 35 chili per seguire il rigido regime alimentare.

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