Meteo Macerata, Principi: "Poca neve, evitiamo di sprecare l’acqua"

Principi direttore dell’Aato 3: le piogge da settembre a novembre non sono bastate, bisogna mantenere alta la guardia

Nel Maceratese non siamo ancora in emergenza ma Massimo Principi, direttore dell’Aato 3, invita ad un uso moderato dell’acqua

Nel Maceratese non siamo ancora in emergenza ma Massimo Principi, direttore dell’Aato 3, invita ad un uso moderato dell’acqua

Macerata, 7 gennaio 2023 - Parlare di crisi idrica in questo periodo può sembrare paradossale, anche perché nessuno ne avverte i segni. E, in effetti, l’acqua esce regolarmente dai rubinetti delle nostre abitazioni. Ma basta allungare lo sguardo un po’ più avanti e allora sì, che c’è da preoccuparsi. "Bisogna mantenere alta la guardia, cercando di ridurre il consumo dell’acqua evitando gli sprechi. L’inverno 2021–2022 è stato molto avaro di precipitazioni, poche piogge e poca neve. Il rischio è che quest’anno si ripeta la stessa situazione, con effetti negativi che si andranno a sommare a quelli già visti la scorsa estate", evidenzia Massimo Principi, direttore dell’Aato 3 di Macerata. Le piogge, che da settembre a novembre scorsi non sono mancate e anche qualche nevicata sui monti, non sono certo bastate a colmare un deficit idrico che appare ancora evidente osservando il corso del Potenza e del Chienti, il cui letto è gran parte scoperto, mentre, solitamente, in questo periodo, portano molta più acqua. "La tendenza è che di acqua ce n’è sempre meno – prosegue Principi – Ed è quindi importante attrezzarsi per evitare situazioni di grave emergenza. Se non piove, e soprattutto se non nevica, le falde acquifere a cui attingiamo, che già si sono abbassate, non vengono ricaricate, con tutto quel che ne consegue. Ma bisogna anche cercare di trattenere, conservare l’acqua quando arriva, tramite degli invasi. E, poi, bisogna cercare altre sorgenti oltre a quelle di cui disponiamo".

E, in effetti, dopo circa un anno di ricerche, sono state individuate tre nuove sorgenti (a ridosso dei Sibillini, ma fuori dal Parco) ognuna delle quali potrà fornire potenzialmente 100 litri al secondo, per un totale di 300 litri, un quantitativo importante. Una volta che la qualità di queste sorgenti apparirà stabilizzata per un utilizzo di tipo potabile saranno avviate le procedure per avere l’autorizzazione alla captazione. C’è, poi, un altro problema per risolvere il quale si sta lavorando, attraverso corposi investimenti, ma che richiede tempo, ed è quello di migliorare la rete idrica, in più parti ormai vecchia e inefficiente. Nel territorio dell’Ato le perdite dai sistemi di acquedotto, in termini di differenza tra i volumi in ingresso (complessivamente circa 40,1 milioni di metri cubi), e quelli in uscita (circa 25 milioni di metri cubi), ammontano a circa 15,1 milioni di metri cubi l’anno. Tradotto in altro modo, significa che su 4.461 chilometri di rete (distribuzione più adduzione), ogni giorno si perdono per strada 9,28 metri cubi a chilometro. Più volte l’Ato ha sottolineato la necessità di porre la massima attenzione ad evitare sprechi di risorsa, "nella piena consapevolezza della limitatezza della stessa e delle criticità incombenti che potrebbero sfociare in vere e proprie crisi emergenziali, da scongiurare con il contributo tanto delle aziende di gestione che di tutta la cittadinanza". Un invito che diventa sempre più stringente.