Avrebbe inviato sul profilo Instagram di una ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, messaggi anonimi e minacciosi del tipo "Ti violento". Per questo sarà processato in tribunale a Macerata, davanti al giudice Domenico Potetti; la prima udienza è stata fissata per il prossimo 15 gennaio. Imputato è un 22enne caldarolese, che ora dovrà rispondere del reato di minacce.
Nella prima udienza che si è tenuta giovedì sulla vicenda, davanti al giudice Federico Simonelli, la destinataria di quei messaggi, assistita dall’avvocato Lolita Felicetti, si è intanto costituita parte civile.
I fatti risalgono al dicembre 2020. Sulla sua pagina nel social network Instagram, la ragazza avrebbe iniziato a ricevere una serie di messaggi dal tenore inquietante da uno sconosciuto, tra cui uno con la frase: "Ti violento figlia de tr… altro che circo". A quel punto, preoccupata pe la propria incolumità, avrebbe cambiato radicalmente abitudini temendo di incrociare prima o poi quell’anonimo che l’aveva presa di mira. Non avendo alcuna idea di chi fosse e dove potesse trovarlo, la ragazza avrebbe aver avuto paura di uscire di casa nei mesi successivi a quell’episodio.
Le minacce, con quelle frasi inviate nell’anonimato tramite i social, avrebbero prodotto in lei uno stato di mortificazione e profonda frustrazione.
Così era partita la denuncia, e in seguito alle indagini era stato individuato il caldarolese, ritenuto l’autore dei messaggi minatori. Saputo di essere finito sotto inchiesta, il ragazzo avrebbe tentato di scusarsi inviando alla sua vittima una lettera di scuse.
"La tardiva quanto strategica lettera inviata due anni e mezzo dopo dall’imputato alla ragazza – ha spiegato però l’avvocato Felicetti – nasconde in realtà un ripetersi di frasi destinate solo a discolparsi, in quanto non si ravvede alcun pentimento, soprattutto quando lui definisce il proprio comportamento semplicemente un gioco. Il realtà il suo gioco ha minato la serenità e la vita di questa giovane donna, per la gravità delle minacce perpetrate con riferimenti a violenze sessuali".
A questo punto la vicenda dovrà essere chiarita in tribunale, dove la ragazza dovrà ripetere quanto vissuto in quei giorni, e dove il 22enne potrà dare la sua versione dei fatti per respingere l’accusa mossa contro di lui.