REDAZIONE MACERATA

Musei aperti, ma solo a metà. Turisti in fila

Biglietto di ingresso ridotto solo di un euro e non è possibile arrivare in cima alla torre del borgo. Orario spezzato dalla pausa pranzo.

È difficile far cadere tutta la responsabilità sul Coronavirus e sulle nuove norme sul distanziamento sociale se i musei cittadini, gestiti dalla cooperativa Sistema Museo, hanno ridotto i loro orari di apertura, la durata delle visite e hanno reso, per giunta, alcuni luoghi inaccessibili. Come è difficile comprendere il perché, a fronte di molteplici limitazioni, il biglietto unico d’ingresso sia stato ridotto di un solo euro, dai 10 prima del Covid, comprensivo anche della visita alle due prestigiose mostre allestite per il bicentenario dalla stesura de L’Infinito di Giacomo Leopardi, ai 9 euro di oggi. Tanto più che mentre il Fai, per la visita all’Orto dell’Infinito, e casa Leopardi alle stanze del poeta Giacomo stanno assicurando un orario continuato, i musei civici, gestiti dalla cooperativa perugina, contemplano una pausa pranzo che va dalle 13 alle 15, come anche il punto di informazione turistica che si trova a 50 metri da casa Leopardi, nell’ex sagrestia della chiesetta di San Pietrino. L’estate scorsa la porta rimaneva aperta continuativamente dalle 9 alle 19 a disposizione dei turisti che numerosi andavano a chiedere informazioni, oggi, invece, l’orario d’apertura stabilito è dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19. Ma sono ancora tanti gli interrogativi che contrastano con l’immagine che si vuol dare della città attenta a valorizzare i suoi gioielli. Ad esempio, perché il turista dovrebbe pagare un biglietto unico di 9 euro, a fronte della vecchia tariffa di 10 euro, se la torre del borgo è visitabile solo fino a metà percorso, dove è ubicato il museo della storia dell’antico maniero del 1200, e non è più consentito di raggiungere la sua sommità per godere del bellissimo panorama? L’ingresso, inoltre, è contingentato e sono ammesse ogni volta massimo sei persone se sono dello stesso nucleo familiare e la durata della visita è stabilita in 30 minuti, non un minuto di più. E che dire del museo dell’immigrazione, unico in tutta la regione, che è chiuso e vi si può accedere solo su prenotazione? Poi ci sono tutte le limitazioni del tempo di visita: un’ora per i capolavori del Lotto al Museo-Pinacoteca di Villa Colloredo Mels e non più orario continuato come nel passato, dalle 10 alle 19, ma viene rispettata una lunga pausa pranzo, dalle 13 alle 15. Stessa musica per il Museo Beniamino Gigli: aperto, tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19. Possono entrare, ogni mezz’ora, al massimo 16 persone e la durata della visita è di 30 minuti. Insomma, mentre assistiamo in questi giorni alla ripresa di un incoraggiante afflusso turistico, ieri c’era una lunga fila di attesa davanti al botteghino di casa Leopardi, con l’offerta museale della città che si è incomprensibilmente ridotta.

a. t.