"L’amministrazione Mozzicafreddo ha speso 100mila euro per bonificare il capannone Nervi dall’eternit, peccato che da una nostra verifica è emerso che nella struttura non c’è mai stato amianto". A far scoppiare il caso è il sindaco Andrea Michelini, ma subito è arrivata la replica dell’ex vicesindaco Rosalba Ubaldi e dell’ex assessore Angelica Sabbatini: "Di fronte a una dichiarazione di presenza di amianto su una struttura comunale, documentata da laboratori autorizzati dal ministero – ribattono –, c’è solo da procedere".
La vicenda riguarda il rudere del capannone Nervi, un bene di archeologia industriale che versa da tempo nel degrado, sul litorale di Porto Recanati. "Il caso amianto era emerso nel 2014, dopo l’inaspettata vittoria del centrosinistra alle elezioni – spiega il sindaco Michelini –. L’ufficio tecnico aveva affidato la valutazione del rischio amianto nel capannone a una ditta specializzata. La relazione dei tecnici fu implacabile e attestava la presenza di amianto del tipo “crisotilo“ sul tetto". Quando a gennaio 2015 cadde la giunta Montali, la pratica andò avanti con il commissario prefettizio Mauro Passerotti. "A maggio 2015, con una determina, si aggiudica le opere di bonifica e asportazione dal Nervi di amianto per circa 2mila chili – riprende Michelini –. A giugno 2016 il centrodestra torna al governo del paese, con vicesindaco Rosalba Ubaldi. Ad agosto 2017, si approva il progetto di incapsulamento del tetto per una spesa di 100mila euro".
Ma con l’insediamento della giunta Michelini, sarebbe emerso qualcosa di anomalo. "Si è pensato di nominare un diverso responsabile rischio amianto, che ha commissionato nuove analisi – aggiunge il sindaco Michelini –. E i risultati sono stati inaspettati: nessuna presenza di amianto sul tetto del capannone. Di ciò è stata notiziata l’autorità competente, si tratterebbe di un possibile sperpero di denaro pubblico".
Subito arriva la risposta degli ex amministratori Ubaldi e Sabbatini, oggi consiglieri di minoranza con "Centrodestra Unito". "Le verifiche sul capannone Nervi erano state attuate durante l’amministrazione Montali e il commissariamento del Comune – rimarcano entrambe –. Al solito, loro hanno gettato fango sul professionista responsabile del rischio amianto. Ma noi i dubbi ce li poniamo e abbiamo fatto accesso agli atti per avere i nuovi risultati, per poi confrontarli con quelli in nostro possesso dal 2015".
Giorgio Giannaccini