
Porzia Castellano, da tutti chiamata «Lella», lancia un appello ai vertici del Santo Stefano
"Dopo 55 anni che sono ricoverata nel reparto lungodegenza dell’Istituto Santo Stefano, ora la direzione mi vuole traferire nel padiglione riservato ai pazienti in coma. E il motivo sarebbe la diminuzione del personale sanitario dentro alla struttura. Ma la cosa mi sconvolge, perché le mie condizioni di salute sono migliori e chiedo di non esser mandata là".
È l’appello accorato che fa la 65enne Porzia Castellano, per tutti "Lella", di origini pugliesi ma residente a Porto Potenza da lungo tempo, visto che da piccola si era trasferita nelle Marche per curare la distrofia muscolare di cui soffre. E con l’aiuto di alcuni amici, lei ha mandato una lettera al presidente della Regione Francesco Acquaroli per chiedere di non essere trasferita in un altro reparto. "Da 55 anni sono all’Istituto Santo Stefano e i primi 30 anni stavo bene – ha scritto Castellano –, dato che ero venuta in questa struttura per una riabilitazione, essendo affetta da distrofia muscolare. A ottobre del 1995, a causa di alcuni lavori effettuati sulle finestre con i pazienti in camera, ho preso una polmonite. Nessuno si accorse lì per lì e il risultato è stata la tracheotomia. Da sempre mi trovo al reparto della lungodegenza e ci sto bene. Però adesso ci sarà una diminuzione del personale – aggiunge la donna – e quindi il nuovo primario ha deciso che mi sposterà al padiglione F2, che è un reparto ospedaliero per pazienti in coma. Lui ha detto che ciò sarà fatto a inizio settimana, senza avermi dato tempo per prepararmi e nonostante avevo chiesto di rimanere qualche giorno in più per potermi organizzare".
Tuttavia Castellano non vuole proprio essere mandata lì, perché le sue condizioni di salute sono ben diverse e migliori rispetto agli altri pazienti del padiglione F2. "Sono andata a vedere quel reparto e ne sono uscita sconvolta, in quanto ci sono esclusivamente delle persone ricoverate in stato di coma – riprende la 65enne –. Invece, le mie condizioni sono buone e non adatte a quella struttura. L’unica cosa che chiedo è di trovare una sistemazione adatta alla mia condizione. Sottolineo che spesso, in compagnia di qualche amica, vado al centro del paese e mi fermo a mangiare fuori. Con questo voglio dunque sottolineare che non necessito di ricovero ospedaliero nel reparto F2. La ringrazio presidente Acquaroli per quanto potrà fare per rendere un po’ più accettabile la mia vita, già tanto difficile".