Pamela Mastropietro, via al processo per droga a Oseghale

Il nigeriano assente in aula

Il nigeriano Innocent Oseghale

Il nigeriano Innocent Oseghale

Macerata, 26 gennaio 2019 - Respinte le eccezioni della difesa, si è aperto ieri il processo a Innocent Oseghale, accusato di una intensa attività di spaccio di marijuana in città, e di aver aiutato Pamela Mastropietro a trovare l’eroina. Sarebbe stato lui, secondo l’accusa, a uccidere la ragazza e farla a pezzi nel suo appartamento, per poi abbandonarla in due trolley a Casette Verdini. Su questo tremendo delitto, il processo per il nigeriano inizierà il 13 febbraio. Il 22 dello stesso mese invece si discuterà della sua attività di spacciatore.

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Al momento dell’arresto, il 31 gennaio dell’anno scorso, i carabinieri sequestrarono addosso a Oseghale circa 30 grammi di marijuana; altri 42 grammi furono trovati in un involucro sul frigorifero, e altri 53 in uno zaino. Nel corso delle indagini sull’omicidio, sarebbe emerso che diversi immigrati si sarebbero riforniti da lui di droga da spacciare, uno in particolare per 120 volte, sempre per pochi grammi di sostanza. Un altro nigeriano avrebbe fatto il corriere per Oseghale, che in cambio lo avrebbe ospitato a casa sua. Una accusa riguarda una foto trovata nel cellulare di Awelima Lucky: si tratterebbe di circa cento grammi di eroina su un bilancino, foto che sarebbe stata scattata in casa di Oseghale a giudicare dal tipo di pavimento ripreso nell’immagine. Tra le accuse poi c’è la cessione di una dose di eroina, con Lucky Desmond, alla 18enne romana in fuga dalla Pars di Corridonia. Infine, nelle tasche dell’uomo venne trovata una dose di eroina quando era in carcere a Montacuto, poco dopo l’arresto.

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Ieri nella prima udienza, l’avvocato Simone Matraxia, che assiste il nigeriano con il collega Umberto Gramenzi, ha eccepito l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni fatte in carcere, quando Oseghale aveva incontrato la sua compagna. Secondo il difensore, non sarebbe stata motivata con ragioni di urgenza la registrazione fatta con l’apparecchiatura del carcere di Ascoli, quando invece erano autorizzate dal tribunale solo le intercettazioni con gli strumenti della polizia giudiziaria di Macerata.

Il pm Stefania Ciccioli ha spiegato perché si era proceduto in quel modo. E alla fine il giudice Marika Vecchiarino ha respinto l’eccezione. Nella prossima udienza, fissata al 22 febbraio, si cominceranno a sentire i carabinieri che indagarono sul delitto e sull’attività di Oseghale in città.