Pestato giovane papà a Macerata: lotta per la vita

Gravissime le condizioni del 36enne aggredito davanti a un bar in corso Cavour: è caccia a tre stranieri

Il capo della Mobile Matteo Luconi sta coordinando le indagini (foto Calavita)

Il capo della Mobile Matteo Luconi sta coordinando le indagini (foto Calavita)

Macerata, 18 gennaio 2020 - È stato trasportato all’ospedale regionale di Torrette il ragazzo di 36 anni preso a calci e pugni sabato sera, intorno alle 20, davanti a un bar in corso Cavour. Le sue condizioni restano gravissime e sarebbe in pericolo di vita. Il maceratese, di origine venete, impiegato in una ditta edile del territorio, con una compagna e padre di una bimba di due mesi, nessun precedente alle spalle, è stato aggredito, per cause ancora da chiarire, mentre si trovava con un amico.  

Indagini serrate sono in corso, coordinate dal commissario capo Matteo Luconi, che guida la Mobile, per risalire agli autori del gesto: si stanno raccogliendo le testimonianze dei passanti che hanno visto cosa è accaduto. Da una prima ricostruzione, due o tre stranieri (c’è chi ha riferito che si tratterebbe di asiatici, chi invece ha parlato di africani) si sarebbero avvicinati al 36enne e nel giro di pochi attimi la situazione sarebbe degenerata: prima le grida, subito dopo calci e pugni, con il ragazzo che è caduto a terra. L’amico, che in un primo momento non si era accorto di quanto stava accadendo, resosi conto della situazione si è lanciato all’inseguimento degli aggressori che poco dopo, però, hanno fatto perdere le loro tracce.

All’arrivo dell’ambulanza il 36enne era cosciente, ma tra i colpi ricevuti e la botta alla testa, è stato sedato e portato all’ospedale di Macerata. Si è deciso però di trasportarlo poi a Torrette, e la prognosi resta riservata. Si cercherà anche nelle immagini delle telecamere, ma non ci sarebbero inquadrature del luogo dell’aggressione in grado di mostrare cosa sia effettivamente accaduto. Sull’episodio interviene il Pd comunale. "Ciò che è successo non è un fatto trascurabile – si legge in una nota –, si tratta di un pestaggio di un ragazzo ora in terapia intensiva con la vita appesa a un filo, non esattamente una ’banale aggressione’. C’è una famiglia in difficoltà, la compagna del 36enne con una figlia nata da due mesi che non hanno sentito la vicinanza delle istituzioni". Il Pd auspica che "l’amministrazione esprima vicinanza e supporto, morale logistico e fisico. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a questa giovane famiglia della nostra comunità, sperando che il papà possa tornare dalla sua bambina".