Pos obbligatorio, penalizzati i piccoli negozi "Con le commissioni rischiamo di rimetterci"

Accelerazione del governo, dal 30 giugno scattano le multe. I commercianti: c’è chi paga col bancomat anche per pochi centesimi

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di Chiara Sentimenti

Pagamenti con il Pos, dal 30 giugno si cambia e per i commercianti che rifiuteranno di riscuotere qualsiasi tipo di importo con la moneta elettronica scatteranno le prime sanzioni. Il governo, infatti, ha deciso di anticipare l’obbligo che sarebbe dovuto scattare dal primo gennaio del prossimo anno. Per cui frasi come "Non ho il Pos", oppure "Oggi non funziona" diventeranno sempre più rare. Anche se oramai, come raccontano i commercianti, i pagamenti elettronici sono all’ordine del giorno già per qualsiasi tipo di importo.

"Ci sono persone che chiedono di pagare un biglietto dell’autobus, da 1,25 euro, con la carta, l’altro giorno perfino per una fotocopia da 20 centesimi mi è stato chiesto di pagare con il bancomat – racconta Giada Mariani dell’edicola di corso Garibaldi –. Per fortuna con la mia banca ho un accordo che fino a un importo di 10 euro non pago le commissioni, altrimenti ci troveremmo a lavorare solo per coprire le commissioni. Se le banche non ci supportano, queste leggi sono fatte per far chiudere i piccoli esercenti". Dal 30 giugno, infatti, stando al testo del nuovo decreto legge approvato dal governo il 13 aprile ma ancora non pubblicato ufficialmente in Gazzetta Ufficiale, chi non accetta un pagamento digitale di qualsiasi importo è passibile di una sanzione amministrativa pari a 30 euro, cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. "Dopo il Covid i pagamenti con il Pos sono aumentati di molto – aggiunge Federica Sberna della cartoleria "Scarabocchiando" di corso Garibaldi – e questa nuova regola sicuramente non ci aiuta. Non sono contenta, ma se così è, mi adeguo. Per fortuna con il mio gestore pago delle commissioni basse, altrimenti sui piccoli importi come possono essere la vendita di una penna o di un quaderno, sarebbero più le commissioni che gli incassi".

Il nodo più criticato, quindi, riguarda il pagamento delle commissioni bancarie: sono già molti i commercianti che si sono mossi con i loro istituti di credito per cercare di ridurre al minimo gli extra previsti su ogni transazione. "Oramai sono pro-Pos da tre anni – racconta Gigi Santi, titolare della pizzeria del Corso, in corso della Repubblica –. Con la banca ho fissato le commissioni a una percentuale sulle transazioni, per cui non mi cambia una granché. Sono già molte le persone che vengono e anche per pagare un trancio di pizza, non avendo contanti, chiedono di usare il bancomat. Oramai si tratta di un servizio che non si può non dare al cliente. Però – conclude Santi – è vero che le commissioni bancarie dovrebbero essere abbattute per andare incontro a noi commercianti".

"Con la nostra banca non paghiamo le commissioni per importi inferiori a 10 euro – aggiunge Marianna Biselli del panificio "Valentini" in corso Garibaldi –. Oramai non si può più fare a meno del Pos, si tratta di un servizio che anche il piccolo commerciante può dare al cliente". "Sono stato tra i primi a mettere il Pos quasi 30 anni fa – racconta Luigi Benedetti della merceria "Menichelli" in piazza Cesare Battisti – e non è raro che le persone acquistino bottoni e fili chiedendo di pagare col bancomat. Diciamo che tra tutti i costi che i negozianti sono costretti a subire, questo è sicuramente il minore".