Processo al Tar durato 13 anni. La corte riconosce l’indennizzo

Un ragazzo di Civitanova ha ricevuto un risarcimento di 6mila euro per la lunga attesa del Tar sul suo caso di bocciatura in prima elementare, risolta dopo 13 anni. La corte d'appello di Ancona ha riconosciuto il diritto all'indennizzo, portando sollievo al giovane e alla madre.

Il tribunale di Macerata (foto Calavita)

Il tribunale di Macerata (foto Calavita)

Bocciato in prima elementare, aveva dovuto aspettare 13 anni perché il Tar si pronunciasse sul suo caso. Per questo ora ha avuto un risarcimento di 6mila euro per la irragionevole durata del processo.

La storia era iniziata nel 2010 dal circolo di via Bassi. Una famiglia aveva iscritto il figlio, segnalando il difficile percorso sanitario vissuto per un problema di salute. All’inizio la scuola gli aveva dato un sostegno, ma dato che alla fine del primo quadrimestre l’alunno aveva tutti 7, il sostegno era stato tolto. Alla fine dell’anno però, con tre sospensioni e una sfilza di 5, il bambino era stato bocciato. I genitori, con le avvocate Luisella Cellini e Letizia Murri, avevano fatto ricorso al Tar. Le avvocate avevano fatto leva sui voti del primo quadrimestre e sull’illegittimità della sospensione per un alunno così piccolo. In sede cautelare, a luglio 2010, il Tar aveva accolto il ricorso consentendo al bambino di iscriversi in seconda, rinviando la decisione nel merito. Ma l’udienza non era più stata fissata, nonostante i solleciti dell’avvocata Murri. Passati gli anni, nel frattempo il bambino era cresciuto, prendendo il diploma senza problemi. A sorpresa, lo scorso dicembre il Tar aveva chiuso il procedimento, dichiarando cessata la materia del contendere.

Ma a questo punto il ragazzo, con le avvocate Letizia Murri e Valeria Piantoni, ha fatto ricorso per l’indennizzo. La legge Pinto prevede infatti che i giudizi di primo grado si concludano in tre anni, altrimenti si ha diritto a un indennizzo. Nei giorni scorsi la corte d’appello di Ancona ha ritenuto ammissibile la richiesta del ragazzo, riconoscendogli 6mila euro, con ingiunzione di pagamento al ministero dell’economia

Soddisfatti sia il ragazzo sia la madre, che per anni avevano vissuto con la spada di Damocle sul percorso scolastico nel timore che la bocciatura potesse essere confermata.