Raccolta sangue, i giorni più critici "Personale all’osso e donatori in calo"

Macerata, l’allarme di Ribichini (Centro trasfusionale): al lavoro solo il 50 per cento degli infermieri "C’è chi fa i doppi turni per coprire i buchi. Coronavirus e caldo hanno fatto diminuire i volontari"

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di Elia Pierantoni

"Siamo in difficoltà, nel territorio provinciale lavora soltanto il 50% del personale infermieristico dell’Avis". Questo l’allarme lanciato da Giovanni Ribichini, responsabile del Centro trasfusionale dell’ospedale di Macerata, in merito al calo delle donazioni di sangue. "In generale – afferma Ribichini – in Italia si è registrata una diminuzione delle donazioni, questa è una conseguenza diretta del Covid e anche del forte caldo di questi ultimi due mesi. Attualmente siamo sui valori del 2021-2020, periodo che ha segnato un grande calo rispetto al 2019 quando eravamo ancora nella normalità".

Fortunatamente la situazione sembra essere ancora sotto controllo, almeno per il momento. "Non c’è stato un aumento delle richieste di sangue. Gli interventi chirurgici sono in diminuzione e ciò va a compensare le difficoltà che riscontriamo nel numero dei prelievi". Preoccupante invece il fatto che manchi personale. "La mancanza di personale è cronica, ultimamente subiamo anche il fatto che i nostri medici e infermieri sono stati colpiti dal Covid. C’è poi, soprattutto in questo mese, chi si assenta per ferie. Per nostra fortuna chi sta a lavoro spesso si mette a disposizione facendo il doppio turno per permettere agli altri di andare in vacanza. L’azienda sta rispondendo all’esigenza di dipendenti per non far sì che diminuiscano anche le sedute e fronteggiare così i problemi legati alla raccolta, per esempio la settimana scorsa abbiamo avuto un colloquio per un contratto a tempo determinato, quindi per un’assunzione a breve". "Il sangue raccolto – continua il direttore – viene redistribuito in tutta la regione. Per quanto riguarda la nostra area non abbiamo avuto grossi problemi, ma adesso arrivano i 15 giorni più faticosi per le ferie e le chiusure de centri di raccolta fino al 20 di agosto. I donatori verranno per questi motivi spinti verso le nostre due sedi di centri trasfusionali".

Non può mancare poi un riferimento alla pandemia che anche in questo settore ha peggiorato, e non poco, la situazione. "Il Covid ha inciso molto perché di fatto consiste in un’emergenza che non si è mai fermata, quindi tra le vaccinazioni e chi poi ha preso la malattia i tempi tra una donazione e l’altra si sono sempre più allungati e non sono stati più rispettati i tre mesi, che sono diventati a volte anche otto o nove mesi, sicuramente qualche donatore per strada lo abbiamo perso". "Adesso – conclude Ribichini – serve la massima attenzione nel riprendere il ritmo che avevamo prima del Covid. Il tutto non si risolverà nell’immediato, quindi dobbiamo far sì innanzitutto che il personale sia adeguato per fronteggiare la raccolta. Di certo – conclude Ribichini – con queste ondate di calore non si riuscirà a fare un miracolo, ma cercheremo di mantenere l’autosufficienza".