Dichiarare l’area del Chienti parco ambientale, la proposta di Amedeo Regini per una migliore gestione del patrimonio naturalistico e per una migliore attuazione delle manutenzioni all’alveo del fiume. Una terapia fondamentale "ma purtroppo siamo alle solite", lamenta. E contesta "l’uso delle ruspe sulle sponde, una pratica che se per un breve periodo risolve le problematiche della regimentazione delle acque, ha come controindicazione il fatto che facilita l’erosione delle sponde. Siamo ancora davanti a interventi invasivi quando servirebbero lavori di ingegneria ambientale di aiuto alla rinaturalizzazione delle sponde". Per Regini invasivi anche gli interventi nell’alveo: "Ci vuole più attenzione perché quelle aree sono anche l’habitat dell’avifauna". Di questa attività invita a prendere atto l’Autorità di Bacino di cui fa parte il Chienti e i Comuni che il fiume attraversa "per intervenire preventivamente – spiega – rispetto alle necessità relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria del Chienti. Il Comune di Civitanova è quello più importante per densità abitativa e purtroppo ha da anni la falda idrica inquinata. Ma nessuna forza politica sembra interessata a come vengono fatti i lavori di manutenzione e a come sta procedendo per riaprire la questione della bonifica. Il Chienti e le aree demaniali che lo circondano vanno mantenute con cura e con metodi di basso imoatto, aldilà del pregio di alcune specie arboree".
CronacaRegini: "L’area del Chienti diventi parco ambientale"