Scuola, il sindaco Romoli: "Con meno di 600 studenti la Monti perderà autonomia"

Sulla questione accorpamenti il primo cittadino critica: "Troppi i mille del Mestica"

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"Con quanto deliberato dal Comune di Macerata e dalla Provincia, l’istituto Mestica raggiungerebbe la soglia di 1000 studenti, forse addirittura superandola, mentre l’istituto comprensivo Monti finirebbe sotto i 600 perdendo l’autonomia. Mi auguro che la Regione tenga conto di queste osservazioni che produrremo, e che non smentisca se stessa dato che le linee guida sono state approvate giusto un mese fa". Il sindaco Mauro Romoli (nella foto) torna in difesa dell’istituto Monti di Pollenza, in seguito all’approvazione del piano scolastico approvato dal consiglio provinciale lunedì. La delibera della Provincia prevede infatti l’aggregazione dei plessi infanzia Liviabella e primaria Natali, entrambi di Sforzacosta, alla Mestica di Macerata, previo lo scorporo dal Monti di Pollenza. Romoli afferma che è stata "avallata una manovra fatta in fretta e furia nell’ultima decade di ottobre dal sindaco di Macerata (Sandro Parcaroli, ndr) senza condivisione e senza dare il tempo di valutare soluzioni alternative, ai danni dell’istituto comprensivo Monti di Pollenza". "Il Comune di Macerata nel voler ricondurre le scuole di Natali e Liviabella di Sforzacosta alle dipendenze della Mestica – prosegue – ha espresso un intendimento perfettamente legittimo. Tuttavia non posso tacere quando leggo che a seguito di questo non ci saranno istituti sovradimensionati e altri sottodimensionati. Ricordo che le linee guide emanate dalla Regione, approvate a ottobre, fissano come parametri per un corretto dimensionamento il numero minimo di 600 studenti e un numero massimo di 900". Inoltre il sindaco di Pollenza evidenzia anche un aspetto politico: "La maggioranza che amministra la Provincia non avrebbe avuto i voti al proprio interno per far passare la delibera se non fosse stato per il consigliere provinciale di minoranza Graziano Bravi, il quale – al contrario dei suoi colleghi che non hanno partecipato alla votazione – rimanendo in aula e astenendosi, ha garantito il numero legale. Permettendo così alla delibera di essere approvata. Un comportamento che mi ha lasciato francamente senza parole e di cui chiederò conto".

Lucia Gentili