GiannangeliSe le prime parole del nuovo management dello Sferisterio avranno un solido seguito, l’inizio è quello giusto, al netto della luna di miele che aleggia in queste circostanze. La sovrintendente Lucia Chiatti, al suo debutto in città nel ruolo, ha usato termini come grinta (due volte), forza, coraggio e unità di intenti verso l’obiettivo comune, cioè quello di far crescere e dunque potenziare il teatro maceratese. Il ruolo di sovrintendente è delicato perché sta in mezzo tra le esigenze della politica e quelle del teatro, che in un mondo ideale dovrebbero convergere (ma esiste un mondo ideale?). A un politico non è richiesto di essere esperto di spettacolo, e neanche appassionato – infatti molti, prima e dopo il loro mandato, difficilmente li si vede, o rivede, in sala, e quelli che ci tornano non per forza li si ricorderà come i migliori –, pertanto i veri indirizzi sono quelli tracciati da chi un teatro lo guida nella pratica quotidiana. Nell’incarico di sovrintendente c’è un dovere morale, che, se non è scritto, è sicuramente costitutivo del ruolo, e cioè indirizzare la politica che governa verso le scelte migliori, difendendole e non cedendo di un passo quando è necessario. Le premesse di autorevolezza e competenza, in questo caso, ci sono tutte. Dal canto suo, il direttore artistico Marco Vinco nel suo intervento d’esordio allo Sferisterio ha messo sul piatto molte cose e tra queste ne spiccano un paio. Innanzitutto il bagno di realtà nel riconoscere la congiuntura complessa che il teatro d’opera sta attraversando, e dunque la necessità di costruire un nuovo rapporto col pubblico e col territorio. Poi ha parlato di formazione: un tema non banale, anzi fondamentale per il futuro dei teatri. Lavorare sui mestieri dello spettacolo dal vivo – che sono più richiesti dal mercato di quanto si pensi – significherebbe disegnare un avvenire importante. Certo bisogna crederci, perché la formazione è attività complessa, spesso oscura, non da "like" facile dei social.
CronacaServe il coraggio di non cedere il passo ai politici