
di Paola Pagnanelli
Avrebbe offerto 50 euro a una 17enne in cambio di una prestazione sessuale. Per questa accusa è sotto processo un 81enne tolentinate, imputato di tentata induzione alla prostituzione minorile. Ma lui nega ogni accusa e assicura che si tratta solo di fantasie. Il fatto sarebbe avvenuto nell’agosto del 2015.
Stando alla denuncia, l’anziano un giorno si sarebbe presentato in casa di una donna che lavorava da lui come colf, in teoria con l’intenzione di recuperare un decoder che le aveva prestato qualche tempo prima.
In casa però avrebbe trovato solo la figlia 17enne e così – stando all’accusa – l’anziano avrebbe approfittato di quella occasione per proporle di avere dei rapporti sessuali, in cambio di 50 euro.
La ragazzina però lo avrebbe respinto, e appena la madre era tornata le avrebbe raccontato l’episodio. Così la donna era andata dai carabinieri e aveva denunciato il tolentinate, raccontando anche di altri approcci ambigui che l’uomo avrebbe avuto con la figlia, che però lei fino a quel giorno avrebbe taciuto.
Ieri in tribunale a Macerata è stato sentito l’imputato. L’uomo, che cammina male, in aula ha ripetuto più volte di avere 81 anni, ha spiegato di avere diversi problemi di salute e ha assicurato che non si sarebbe mai permesso, né sarebbe stato nelle condizioni, di fare certe cose. Ha dunque respinto in maniera piuttosto energica le accuse, parlando delle difficoltà economiche in cui si trovavano madre e figlia, difficoltà per le quali lui le aveva più volte aiutate dando loro piccole somme di denaro. Ma mai ci sarebbero state proposte oscene da parte sua nei confronti di alcuna di loro.
Oltre a lui, la corte presieduta dal giudice Andrea Belli ha anche ascoltato due testimoni della difesa, due persone che conoscono l’imputato.
Entrambi hanno confermato che il pensionato aveva più volte raccontato delle condizioni economiche difficili di madre e figlia, lamentandosi anche delle loro continue richieste di aiuto, sempre più pressanti; hanno anche detto che l’anziano non aveva mai avuto alcun interesse di natura sessuale nei confronti delle due.
Il processo è stato infine rinviato ad aprile, per sentire un ultimo testimone della difesa e poi per la sentenza. Nel processo sono parti civili madre e figlia, assistite dall’avvocato Stefano Nascimbeni.