
di Giuliano Forani
L’operazione presto o tardi era da aspettarsela, avvisaglie c’erano state anche in passato, o quantomeno di tale ipotesi s’era parlato negli ambienti civitanovesi: Stella Maris, lo storico edificio di cinquemila metri quadrati nel centro della città, compreso tra corso Garibaldi e via della Vela, sarebbe al centro di una trattativa di vendita. Voci più che attendibili assicurano che ci sarebbe già una acquirente, è della zona, ma non se ne conoscono i progetti nè le intenzioni. Con la proprietà dell’immobile, le Suore della Reparazione, attualmente sono in essere due contratti con soggetti che gestiscono parte dell’edificio a fini scolastici: uno è l’istituto paritario Leonardo che opera nel campo del recupero anni scolastici, l’altro è My school, scuola materna elementare bilingue. La sede centrale di Milano delle Suore non conferma la notizia ma neanche la smentisce; che ci siano operazioni in corso, comunque, è scontato e a dir la verità in tanti se lo aspettavano. A gestire la struttura infatti sono rimaste solo quattro suore, molto ben inserite nel contesto cittadino, ma piuttosto in là con gli anni. Compito gravoso, il loro, senza poi considerare che è venuto in parte a mancare anche la funzione di Stella Maris, che in passato ha svolto un ruolo culturale di assoluto prestigio. Oggi in parte lo è ancora, ma tanti suoi spazi sono da tempo inutilizzati. Storicamente l’istituto è stato punto di riferimento per tante ragazze del territorio (e anche di fuori regione) che in città seguivano l’indirizzo magistrale. Negli anni successivi ha accolto anche gli studenti a indirizzo professionale e bambini della materna ed elementare. Agli inizi del 2000, ha ospitato i corsi universitari di Mediazione linguistica che in quattro anni ha sfiorato il numero di mille studenti: dopo la chiusura inaspettata e fortemente penalizzante per la città e il territorio, si è creato il vuoto. Vuoto che in qualche modo ha cercato di colmare la Cooperativa 13 maggio, tre anni fa, che aveva proposto di realizzarvi una residenza protetta per anziani. La richiesta, sostenuta anche dal consigliere Sergio Marzetti, sembrava poter andare in porto e la variante della destinazione d’uso (da culturale a sociale) venne anche approvata in consiglio comunale. Poi le cose sfumarono per il no dell’amministrazione comunale e le sue dichiarate intenzioni di realizzare in proprio tale servizio. Conclusione della storia: niente Rsa a Stella Maris nè Rsa pubblica sulla collina di Fontespina, come allora si disse, in area di proprietà comunale. Oggi la notizia delle trattative per vendere l’imponente edificio, per il quale si starebbero cercando gli accordi. Le Suore della Reparazione, da quel che trapela, vogliono che l’immobile possa continuare ad accogliere attività in linea con la sua storia, e cioè scolastiche e sociali, quel che chiede l’acquirente non si sa. La decisione è data per imminente.