GIANFILIPPO CENTANNI
Cronaca

"Tolti dal museo i reperti di Appignanesi"

Nuovo allestimento senza le testimonianze dello studioso, Calvelli: "Non c’è ragione scientifica che giustifichi questa assurda decisione"

"Tolti dal museo i reperti di Appignanesi"

di Gianfilippo Centanni

L’intitolazione a Paolo Appignanesi del Museo archeologico statale, auspicata l’anno scorso il 22 gennaio durante la cerimonia tenuta nella "Sala Verdi" per l’inaugurazione del nuovo allestimento della galleria espositiva allogata al pianterreno della sede municipale, poi prospettata in consiglio comunale dal sindaco Michele Vittori ottenendo l’unanime adesione, è ritenuta in contrasto con quanto rilevato da Alberto Calvelli cingolano, appassionato studioso delle memorie storiche locali.

"Fino a circa un anno fa – ha spiegato Calvelli – nel Museo archeologico di Cingoli erano esposti vari manufatti provenienti da Piane Mastro Luca, compresi gli strumenti su ciottolo: un’industria litica così significativa non poteva che meritare una vetrina di tutto rispetto. Le ricerche dell’illustre archeologo Fabio Parenti, in base ai manufatti hanno poi accertato l’arcaicità del sito di Piane di Mastro Luca". E la rassegna è la sintesi delle industrie preistoriche scoperte da Paolo Appignanesi che, "nella zona della montagna cingolana – ha precisato Calvelli – individuò e recuperò moltissimo materiale appartenente a una fase arcaica del Paleolitico inferiore".

Appignanesi (1943-2021) è stato un eminente studioso, cultore e conservatore della storia e del patrimonio della città e del territorio di Cingoli. Per molti anni direttore delle istituzioni culturali, gli si devono l’individuazione e il reperimento di numerosi siti e materiali archeologici. E per i risultati delle sue ricerche, basilari per l’istituzione del Museo archeologico statale, venne nominato la ispettore onorario della Soprintendenza per il Cingolano. "Invece, con il nuovo allestimento museale si è deciso – ha accertato Calvelli – di togliere gran parte delle sue testimonianze, adducendo, secondo l’opinione di chi ha curato l’esposizione, dubbi sull’importanza e sulla natura antopica di questi manufatti. Non c’è alcuna ragione scientifica che giustifichi questa assurda decisione. Reperti così importanti devono avere la giusta visibilità. Se si pensa che non siano idonei a un’esposizione museale, avanzando dubbi sulla loro autenticità, si dovrebbe riprendere il materiale di Piane di Mastro Luca, ristudiarlo, pubblicarne i risultati su una rivista scientifica, confutando lo studio precedente. La ricerca si fa solo così".