Vescovo aborto Macerata "Questa non è la chiesa di Papa Francesco"

Padre Maggi: le parole di don Leonesi sono inammissibili, a volte è meglio chiedere scusa. "Una manifestazione di protesta è doverosa"

Padre Maggi

Padre Maggi

Macerata, 5 novembre 2020 - "Questa è l’espressione di una chiesa che guarda al passato, una chiesa che non rappresenta quella di Papa Francesco". Ecco, non tutta la chiesa si schiera al fianco di don Andrea Leonesi, in particolare padre Alberto Maggi, teologo, critica duramente le parole dell’omelia della discordia, che ha portato la città ancora una volta alla ribalta delle cronache nazionali. Un discorso di una quindicina di minuti nel quale don Andrea, vicario del vescovo Marconi e parroco della chiesa dell’Immacolata, ha parlato dell’aborto paragonandolo alla pedofilia, ma anche della sottomissione della donna nel matrimonio.

LEGGI ANCHE Paragone di don Leonesi, spunta uno striscione al Duomo - "Frasi gravissime e vergognose". Le femministe scendono in piazza

"Tutti possiamo fare errori, l’importante è saperli ammettere e chiedere scusa – aggiunge padre Maggi –. Durante l’omelia, un prete è sempre teso, anche a me sarà capitato di dire sciocchezze, perché sbagliare è umano. Ma bisogna sapere riconoscere i propri errori, mentre in questo caso mi sembra che la toppa sia peggiore del buco". Padre Maggi cerca anche di spiegare come la visione di sottomissione della donna al marito citata da San Paolo nella lettera agli Efesini, e ripresa sempre nell’omelia da don Leonesi, sia in realtà una visione molto diversa da quella presente nel Vangelo. "San Paolo era un fariseo e contraddice la parola di Gesù, che invece nel Vangelo ricorda come l’uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio – continua il teologo –, e anzi la donna è paragonata agli angeli.

Le opinioni di Paolo in materia hanno lo stesso valore di quando afferma che, nella preghiera. l’uomo non deve coprirsi il capo, perché egli è immagine e gloria di Dio, la donna invece è gloria dell’uomo, smentendo di fatto il libro della Genesi dove si afferma che ‘Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò’. Paolo, per le sue confuse e traballanti argomentazioni, si rifà al concetto di ‘natura’, affermando, con tutta sicurezza, che è ‘la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere’, attribuendo alla natura gli usi e costumi culturali di un determinato popolo".

E sulla possibilità che a Macerata si faccia una manifestazione di protesta, padre Maggi non ha dubbi: "Sarebbe doverosa. Quando ho letto i primi articoli non volevo crederci, per questo sono andato a sentire personalmente l’omelia e certe parole sono inammissibili – aggiunge –. La parola di Dio va interpretata con lo stesso amore e con lo stesso spirito con cui è stata scritta: cercando il bene dell’uomo come valore assoluto. Altrimenti si rischia di fare del male anche alla chiesa stessa, portando le persone ad allontanarsi. Chi ascolta o legge certe cose, infatti, è portato a fare di tutta l’erba un fascio, generalizzando sulle posizioni della chiesa. Papa Francesco ci dice sempre che le persone dovrebbero uscire dalle nostre celebrazioni più felici di quando sono entrate, altrimenti non è colpa loro, ma nostra, dei preti che hanno tra le mani un sacramento d’oro e non lo hanno saputo diffondere per il bene. Io mi chiedo quante persone siano uscite felici dalla chiesa dell’Immacolata dopo quella omelia?"