Elezioni comunali 2022, dove e come si vota nelle Marche

Urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica 12 giugno: ecco le sfide più attese e la guida al voto

La guida al voto per le elezioni amministrative nelle Marche

La guida al voto per le elezioni amministrative nelle Marche

Ancona, 9 giugno 2022 -  Sono 17 - su un totale di 225 - i Comuni marchigiani in cui si voterà il 12 giugno per scegliere i nuovi sindaci e i consigli comunali. Saranno più di 120mila i marchigiani chiamati alle urne con ben sette Comuni che superano i 15 mila abitanti e potrebbero quindi tornare alle urne in caso di ballottaggio (fissato per il 26 giugno): Jesi e Fabriano, in provincia di Ancona, Porto San Giorgio e Sant'Elpidio a Mare, in provincia di Fermo, Civitanova Marche, Corridonia e Tolentino, in provincia di Macerata. Nessun capoluogo provinciale andrà nelle Marche al voto. Si va alle urne anche in Emilia-Romagna per eleggere il sindaco in 21 comuni. 

I risultati in direttaL'affluenza in tempo reale

Lo spoglio delle schede è previsto dalle 14 di lunedì 13 giugno. 

Dove si vota

Sono Jesi e Civitanova Marche i Comuni più grandi alle urne, rispettivamente con i loro 40.303 e 40.217 abitanti. A Jesi saranno in cinque a contendersi la fascia tricolore, quattro avvocati e un'insegnante. Si tratta di Lorenzo Fiordelmondo, alla guida della coalizione "Jesi città futura", composta dalle liste: Partito democratico, Jesi in Comune, Movimento repubblicani europeo, Consenso civico e Jesi respira (a sua volta formata da M5s ed Europa verde); Matteo Marasca, sostenuto da una coalizione espressione dell’amministrazione uscente e composta da JesiAmo, Orizzonte Jesi, Patto x Jesi e Riformisti per Jesi; Antonio Grassetti, appoggiato dalla lista Fratelli d’Italia; Marco Cercaci, che si presenta con due liste: Italexit e Popolo della famiglia; e infine Paola (Carmela Francesca) Cocola, insegnante, che scende in campo con la civica Lavoro e Libertà. 

Per quanto riguarda Civitanova Marche, sono scesi in campo sei candidati sindaco, per un totale di 24 liste con 517 candidati alla carica di consigliere comunale, quasi uno ogni 65 votanti. Sono in lizza per la conquista di Palazzo Sforza Fabrizio Ciarapica, per il centrodestra con sette liste (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Lega, Civitanova Unica, Insieme per Civitanova, Vince Civitanova), Mirella Paglialunga per il centrosinistra con sei (Partito Democratico, Dipende da Noi, Ascoltiamo la città, La Nuova città, Civitanova Cambia, Futuro in Comune), Silvia Squadroni con un polo civico a quattro punte (Siamo Civitanova, RiformiAmo, Fare Civitanova, Movimento 5 Stelle), Vinicio Morgoni con una proposta civica a tre liste (La Nostra città, Incontri con Futuro Giovani, Partito Valore Umano più Eco), Paolo Maria Squadroni polo civico con altre tre formazioni (Nuova Urbs, Civiltà Nuova, Lavoro e Libertà), e infine Alessandra Contigiani (Movimento 3V Verità e Libertà). 

Al voto in provincia di Ancona anche i Comuni di Corinaldo (5.106 abitanti), Offagna (1.880 abitanti), Rosora (1.988 abitanti).

In quella di Ascoli Piceno il Comune di Acquaviva Picena (3.848), in cui la sfida è a due

In provincia di Fermo, il Comune di Pedaso (2.771), in cui per la prima volta nella storia della città si presenta un solo candidato, appoggiato da un'unica lista: per ottenere la fascia tricolore, dovrà comunque battere il quorum.

Nel maceratese si vota anche a Camerino (6.902) e Valfornace (1.051).

Mentre, in provincia di Pesaro e Urbino, si vota a Frontino (313), Tavoleto (894) e Terre Roveresche (5.624).

Referendum 

Inoltre, il 12 giugno si voterà anche il referendum sulla giustizia: cinque i quesiti referendari che chiederanno ai cittadini se abrogare - cioè eliminare - cinque leggi. E' possibile esprimere il proprio voto anche per uno solo dei quesiti. 

Referendum giugno 2022, la guida al voto

In breve, chi vota 'sì' sceglie di eliminare la legge attuale, chi vota 'no' desidera mantenere l'assetto così com'è. Per essere ritenuto valido, ciascuno dei quesiti dovrà raggiungere il quorum, cioè la maggior parte degli aventi diritto al voto. 

I quesiti riguardano l'incandidabilità per i politici condannati (scheda rossa), la limitazione delle misure cautelari (scheda arancione), la separazione delle carriere nella giustizia (scheda gialla), l'elezione del Consiglio superiore della magistratura (scheda grigia) e la valutazione dei magistrati (scheda verde).

Chi vota e quali documenti bisogna portare

Hanno diritto di voto i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che hanno compiuto il 18° anno di età entro il 12 giugno 2022. L'elettore deve presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi non ha la tessera o l'ha smarrita può richiederla all'ufficio elettorale del comune di residenza.

Si potrà votare per le amministrative e i referendum anche senza mascherine, il cui uso non è più obbligatorio, ma solo 'fortemente raccomandato'. Lo prevede una circolare del Viminale.

Elezioni amministrative: come si vota nei Comuni sopra i 15mila abitanti

La scheda è di colore azzurro e porta i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di sindaco e, sotto ciascuno di essi, il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano.

Queste sono le possibilità di voto: si può tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato; si può tracciare un segno sul simbolo di una lista, tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); si può tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste a quest'ultimo collegate; si può tracciare un segno sia sul candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato.

Ogni elettore può altresì esprimere, nelle apposite righe affiancate al simbolo della lista, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati compresi nella lista da lui votata. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare il 26 giugno per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio).

Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Elezioni amministrative: come si vota nei comuni sotto i 15mila abitanti

Si vota con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto il contrassegno dell'unica lista che lo appoggia.

Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista o sul nominativo del candidato sindaco.

Non è possibile votare per un candidato alla carica di sindaco diverso da quello collegato alla lista. I voti conseguiti dal candidato alla carica di sindaco sono attribuiti alla lista ad esso collegata.

Per i comuni inferiori ai 5.000 abitanti si può esprimere la preferenza per un candidato al consiglio comunale, scrivendo il cognome nella apposita riga affiancata al simbolo della lista.

Per i comuni compresi tra 5.000 e 15.000, si possono esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale. Nel caso siano due, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

Viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

In caso di parità di voti tra due candidati si tornerà a votare per questi ultimi il 26 giugno (ballottaggio). Anche in questo caso risulterà eletto chi dei due avrà ottenuto più voti. In caso di ulteriore parità viene dichiarato eletto il più anziano.

Una volta eletto il sindaco viene anche definito il consiglio: alla lista che appoggia il sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra le altre liste.