LUCA RAVAGLIA
Meteo

Cambiamento climatico: “La Romagna territorio a rischio, è un ‘imbuto’ per le perturbazioni”

L’esperto di meteorologia Roberto Nanni: “L’innalzamento delle temperature genera aumento del vapore acqueo e precipitazioni sempre più intense. Letali in un’area già profondamente ferita”

Cesena, 24 ottobre 2024 – “Ora che siamo con le ginocchia nel fango, serve trovare un modo per tiracene fuori il più in fretta possibile. Con la consapevolezza che ogni decisione dovrà passare dal riconoscimento del ruolo cruciale che sta giocando il cambiamento climatico in questo stravolgimento ambientale nel quale la Romagna e con essa il territorio cesenate, è finita schiacciata”. Sono le parole spese dal tecnico meteorologo Ampro Roberto Nanni nell’analizzare i fenomeni piovosi che negli ultimi giorni sono tornati a colpire duramente la regione e che si sommano a quelli dei mesi e dell’anno scorso, dipingendo un drammatico quadro senza precedenti.

L’allagamento dei locali del porto canale di Cesenatico nello scorso fine settimana (foto Luca Ravaglia). Nel riquadro Roberto Nanni, tecnico meteorologo Ampro
L’allagamento dei locali del porto canale di Cesenatico nello scorso fine settimana (foto Luca Ravaglia). Nel riquadro Roberto Nanni, tecnico meteorologo Ampro

Nanni, come si entra nello specifico?

“Il primo riferimento è ai numeri che indicano i millimetri d’acqua caduti. Parliamo di cifre impressionati: in due giorni sono state registrate quantità di pioggia normalmente riscontrabili in due mesi. O anche più. Nella pianura e nella costa romagnola da inizio anno a oggi sono già caduti tra i 550 e i 1000 millimetri d’acqua, con punte oltre i 1.900 nell’Appennino. In Camigna siamo a 1928. Non è un caso, è il clima che cambia. E rischia di stravolgere ogni cosa”.

La Romagna è particolarmente esposta al rischio?

“Lo è tutto il bacino del Mediterraneo, come dimostrano i fatti di cronaca, che ciclicamente ci raccontano di territori sommersi dall’acqua. Però in effetti sì, se pensiamo al territorio che dalla Pianura Padana arriva alle nostre città, possiamo descriverlo come una sorta di ‘imbuto’ nel quale confluiscono le perturbazioni che dall’Adriatico si muovono verso l’Appennino”.

E’ davvero colpa del clima che cambia?

“Ogni volta che la temperatura sale di un grado, trattiene il 7% in più di vapore acqueo. Ciò vuol dire che entro il 2100 si assisterà ad un aumento dell’intensità delle precipitazioni estreme su scala globale anche dell’8-20% rispetto al periodo 1981-2000”.

Le allerte meteo ormai si accavallano.

“Anche in queste ore sta piovendo, con un’intensità che abitualmente non metterebbe certo paura. Purtroppo però il nostro territorio è profondamente ferito, inzuppato d’acqua e in una condizione nella quale ogni goccia può essere quella che fa traboccare il vaso. Del tema i si discute in ambito scientifico da decenni, spesso sottotraccia, con commenti a volte ironici se non sprezzanti da parte di chi ha sempre sostenuto che stessimo parlando di un falso problema. Invece eccoci qui, con la consapevolezza che il letto di un fiume non si può modificare dalla sera alla mattina, che in certe aree sarebbe stato meglio non costruire e che la cementificazione ha eroso troppo spazio al verde. Le cause sono tante e in cima c’è sempre e comunque il clima”.

Eventi come quelli del 2023 erano stati catalogati come possibili ogni 100 o anche 500 anni…

“Invece siamo di nuovo qui. E’ evidente che stiamo parlando di un mondo radicalmente diverso rispetto a quello del passato”.

Dunque?

“Vedere questa terra così ferita mi spezza il cuore. Dobbiamo fare qualcosa di concreto e di importante per cambiare le cose. Servirà, è vero: a maggior ragione serve iniziare subito”.