Maltempo Emilia Romagna e Marche, neve fino a 300 metri. Temperature in calo fino a sotto lo zero

Le previsioni del tecnico meteorologo Ampro, Roberto Nanni: “Vortice ciclonico con aria sempre più fredda dall’Artico da lunedì 8 gennaio”

Bologna, 7 gennaio 2024 – Temperature in diminuzione, in particolare in Emilia Romagna e Marche, e nevicate fino a 300-400 metri, soprattutto nelle zone appenniniche al confine tra Riminese e Pesarese. È l’effetto del “vortice ciclonico che arriverà in queste ore con l’afflusso di aria sempre più fredda dall’Artico verso l’Egeo e la Grecia” spiega Roberto Nanni, tecnico meteorologo Ampro Meteo Professionisti

Leggi l’aggiornamento: Neve e gelate anche in pianura: le previsioni meteo

Una nevicata e, nella foto piccola, il tecnico meteorologo Roberto Nanni
Una nevicata e, nella foto piccola, il tecnico meteorologo Roberto Nanni

Questo significa che nevicherà anche in città o in pianura? “No, sfatiamo subito quest’idea – continua Nanni –. Non nevicherà sulle pianure o nei centri abitati però nelle prossime giornate, proprio per effetto del vortice ciclonico, si verificherà un raffreddamento molto veloce con il freddo che durerà tre o quattro giorni a partire da domani, lunedì 8 gennaio”. Certo non si parla di un fenomeno eccezionale ma si registrerà “quantomeno un raffreddamento di 3 o 4 gradi rispetto ai valori medi, con un freddo un po’ più accentuato tra martedì e mercoledì con una diminuzione delle minime che arriveranno intorno agli zero gradi, mentre mercoledì e giovedì l’aria fredda potrebbe ristagnare sulla pianura padana e quindi il resto lo farà il nostro catino padano con gelate che porteranno le temperature fino a meno 2 e meno 3 gradi. Parliamo di pianure interne, aree rurali e aree aperte. Sulle coste il raffreddamento sarà più contenuto con le massime che si attesteranno intorno ai 4 e 6 gradi ma qui si potranno verificare mareggiate o qualche ingressione marina perché la ventilazione, al momento limitata, potrebbe farsi più intensa con raffiche di 50/60 chilometri orari, fino a 100 chilometri orari in mare aperto”.

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Tornando alla neve “qualche fenomeno potrà verificarsi nelle zone interne appenniniche con fiocchi fino a 300-400 metri. Le zone interessate saranno la bassa Romagna e le zone interne appenniniche al confine tra Riminese e Pesarese con qualche nevicata più incisiva nelle Marche. Già ora ci sono alcune zone interne dell’appennino romagnolo e soprattutto marchigiano dove la neve ha raggiunto anche il metro. La parte emiliana, invece, resta più esclusa”.

Per quanto riguarda Bologna, il tecnico meteorologo Nanni, spiega che “nei prossimi giorni non si registreranno fenomeni particolari. Come in tutta la regione i cieli da domani, lunedì 8 gennaio, le precipitazioni si esauriranno e i cieli saranno da molto nuvolosi a più coperti con la temperatura minima che tenderà a scendere intorno ai 2 gradi sui rilievi e 5 gradi nel capoluogo, la massima intorno ai 9 gradi sulle pianure e 5 gradi sui rilievi”.

Sull’allerta meteo gialla per piene dei fiumi in regione, diramata per la giornata di domani, lunedì 8 gennaio, che fa tornare il pensiero ai tragici fenomeni alluvionali di maggio con i fiumi sorvegliati speciali, Nanni esclude “in maniera più che certa fenomeni particolari, parliamo di piena anche di reticoli minori con innalzamento livelli idrometrici di fiumi e torrenti ma diciamo che non è così significativo, ci potrebbero essere fenomeni localizzati con frane in zone particolarmente fragili”.

Nella giornata di martedì 9 gennaio, il tecnico meteorologo Nanni, dice che ci saranno “ampie schiarite che porteranno un ulteriore abbassamento delle temperature con un raffreddamento più cospicuo e l’inizio di gelate, che saranno più diffuse mercoledì e giovedì con minime sottomedia di 3 e 4 gradi. Già da giovedì però avremo un innalzamento delle massime e venerdì ci avvicineremo verso valori medi. Rimarrà però ancora l’influenza balcanica, soprattutto lungo i settori adriatici”. Per quanto riguarda le previsioni di venerdì, però, “c’è ancora molta incertezza. Potrebbe arrivare un’altra ondata di freddo, sempre legata a corrente artiche di natura continentale, ma un’altra evoluzione vede un flusso occidentale più mite”.