"Massimo era una persona splendida, solare, ci conoscevamo da oltre quant’anni e credo di non averlo mai visto arrabbiarsi. Lui era così, con tutti". Franco Severi, ricorda con nostalgia l’amico e compagno di lavoro, nonché donatore dell’Avis, Massimo Magnani, 61 anni, imprenditore del settore biomedicale, morto sabato pomeriggio mentre era a bordo del suo trattore nei terreni di sua proprietà a Migliarina, colpito da un albero che stava cercando di sradicare. Un impatto violento che non gli ha lasciato scampo. "L’ho chiamato due giorni fa per salutarlo. Stamattina (ieri per chi legge) sono andato a trovare la sua compagna Milva: pare impossibile che Massimo non ci sia più". La notizia della tragica morte dell’imprenditore, che lascia la compagna e una figlia adolescente, ha suscitato molto sconcerto in tutta la comunità. L’uomo infatti era molto conosciuto, sia per la sua attività lavorativa, in quanto socio, insieme a Luca Ferrari, della ‘Luc&Bel’, azienda del biomedicale con sede a Carpi in via Carlo Marx, sia perché nello scorso luglio Massimo era guarito dal Covid, dopo vari mesi di calvario e proprio per questo, una volta guarito, aveva deciso di ringraziare pubblicamente tutti i medici, gli infermieri e il personale che lo avevano seguito durante quella terribile esperienza e che gli avevano salvato la vita. "Lo ricordo sempre sorridente, allegro, molto contento di essere guarito da quella terribile prova che è stato il Covid – commenta la dottoressa Cristina Andreoli, il suo medico di medicina generale -. Lo avevo visto appena qualche giorno fa. Se penso a Massimo sorrido, perché lui sorrideva sempre: ha combattuto con grande forza e dignità una difficilissima battaglia contro il virus. Era così contento di avercela fatta: ricordo quando, in segno di riconoscenza, mi ha regalato un termo scanner".
Maria Silvia Cabri