VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Aggressione a Tabina, il processo. Giudizio immediato per il 18enne, accusato anche di tentato omicidio

Ad aprile si allontanò dalla comunità Orione 80 e trascinò in una zona isolata una donna che faceva jogging. Secondo la ricostruzione ha cercato di strangolare la 66enne con lo scaldacollo. Udienza a ottobre

La frazione di Tabina dove si verificò l’aggressione

La frazione di Tabina dove si verificò l’aggressione

Modena, 1 agosto 2025 – Quel giorno lo choc, il terrore, lo sgomento si diffusero velocemente nella piccola frazione di Tabina (Formigine) insieme alla solidarietà che in tanti espressero nei confronti della vittima. Ora per il giovanissimo responsabile inizierà il processo. Il giudice presso il tribunale per i Minorenni di Bologna, dottoressa Chiara Alberti, nell’accogliere la richiesta della procura ha disposto il giudizio immediato nei confronti del 18enne (da pochi giorni) e all’epoca dei fatti minorenne accusato di tentato omicidio, violenza sessuale e rapina – reati pluriaggravati – nei confronti della 66enne di Tabina di Magreta aggredita mentre faceva jogging lo scorso 15 aprile, sulla pista ciclabile di via Tomaselli. La difesa del giovane tunisino, in Italia senza fissa dimora, ha invece chiesto il rito alternativo per il proprio assistito ed è in attesa di ‘sviluppi’. Come noto il giovane, quel pomeriggio si era allontanato in bicicletta dalla comunità di accoglienza Orione 80 in cui era ospite e, notata la vittima lungo la strada, impegnata nella camminata quotidiana, l’aveva aggredita. Pesantissime le accuse a carico del giovane, che avrebbe afferrato la donna stringendole il collo con il suo braccio per poi colpirla con numerosi pugni e trascinarla all’interno di un canale situato al margine della strada. Qui – secondo quanto emerso dalle indagini – il minore l’avrebbe gettata a terra e bloccata per poi costringerla a subire atti sessuali. Il reato di violenza sessuale è aggravato dall’aver aggredito la vittima in un campo isolato.

Il 18enne risponde poi di tentato omicidio appunto: secondo la procura cercò di uccidere la vittima, utilizzando uno scaldacollo che la stessa indossava e stingendoglielo attorno al collo. Probabilmente credendo di averla ammazzata, avendo la vittima perso i sensi, il ragazzino si era quindi dileguato, non prima di essersi impossessato della fede che la donna indossava al dito. Da qui anche l’accusa di rapina nei confronti dell’indagato. La 66enne, subito soccorsa, era finita in ospedale con gravi lesioni, refertate in trenta giorni di prognosi ma, soprattutto, in stato di forte choc. All’indagato sono state anche contestate le aggravanti di avere posto la vittima in stato d’incapacità d’agire, di avere commesso il fatto nei confronti di persona ultrasessantacinquenne ma anche di avere approfittato di circostanze di luogo idonee ad ostacolare la difesa. La terribile aggressione era avvenuta appunto in una zona isolata, in piena campagna. L’udienza è stata fissata dinanzi al tribunale dei Minori il primo ottobre ma avendo chiesto la difesa il rito alternativo, la potrebbe essere anticipata.

Valentina Reggiani