ReLear, ovvero la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Alessandro Preziosi dirige e interpreta ‘Aspettando Re Lear’ di Tommaso Mattei, domani (alle 21) e domenica (alle 16) al Teatro comunale di Carpi, che così inaugura la sua stagione di prosa.
Da Shakespeare a Beckett, come è suo il Re Lear?
"Al contrario di quanto possa suggerire il mistero del titolo non c’è citazione diretta dell’‘Aspettando Godot’ nel mio Re Lear, che parte da una considerazione critica diffusa nel mondo teatrale anglosassone, la landa desolata di Beckett comincia laddove finisce l’apocalissi del Lear di Shakespeare. Quello che li accomuna è il concetto del ‘niente’ contrapposto alla ricerca instancabile dell’umanità in sé che contraddistingue il percorso del Re che attraverso la follia ritrova se stesso e i propri sentimenti verso la figlia Cordelia".
Cosa indica l’‘Aspettando’?
"Un critico teatrale ironicamente afferma che la parte di Re Lear è una di quelle che un attore aspetta una vita per poter mettere in scena e però quando finalmente ci si approccia finisce sempre per essere paradossalmente troppo tardi. Questo è il senso vero dell’attesa, tutti i personaggi del dramma e lo stesso re non fanno altro che attendere insieme agli spettatori che Lear divenga finalmente fedele a quella ‘regalità’ di coscienza, che nessun frusto titolo di una società arcaica può conferire".
Si può definire un dramma generazionale?
"Questo lavoro vuole scandagliare attraverso la grammatica del classico il rapporto tra padri e figli. Oltre al dramma che vive Lear nel non riconoscere la sincerità di Cordelia, c’è la grande interpretazione di Nando Paone che impersona il fedele duca di Gloucester impegnato a ricucire il rapporto con il figlio legittimo Edgar. Troppo spesso i genitori non osservano con attenzione i problemi dei figli. Compito dei classici è riportarci a queste tematiche fornendoci una chiave di interpretazione".
Lei ha un rapporto speciale con Carpi…
"Ho avuto più volte il piacere di recitare a Carpi nel suo straordinario teatro, che ha tradizionalmente un pubblico di grande competenza e generosità, ma anche in piazza per eventi estivi che hanno spaziato dal ‘Prometeo’, all’‘Otello dalla Parte di Cassio’ in cui ho avuto l’onore di condividere il palcoscenico con l’amico Carlo Guaitoli, artista di eccezionale sensibilità con cui portiamo aventi ormai da anni un proficuo percorso all’interno dei classici e non solo. Da operatore culturale apprezzo la vitalità intellettuale e la saggezza con la quale Carlo dirige artisticamente il teatro, premiato in questi anni da ottimi risultati".