Assalto armato al portavalori sull’Autosole, commando in trappola: quattro arresti

A pochi mesi dall’attacco preso anche il presunto ideatore. Armati fino ai denti spaccarono in due l’Italia senza mettere le mani sul bottino

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di Valentina Reggiani

Un piano quasi perfetto, studiato per oltre un anno in ogni minimo dettaglio: sopralluoghi, una decina di auto rubate ma, soprattutto, la base logistica non troppo lontana dal luogo del colpo fallito, tra Castelnuovo e la città. A sei mesi esatti dall’assalto al blindato che ha diviso in due l’Italia e che ha trasformato l’Autosole in uno scenario da guerra, la squadra mobile, diretta da Mario Paternoster insieme ai colleghi di Foggia con il servizio centrale operativo, la polizia stradale e il coordinamento della procura, hanno catturato quattro dei diversi rapinatori del commando che il 14 giugno scorso assaltò il furgone portavalori della società Battistolli sulla A1, non riuscendo perà a mettere le mani sul bottino.

All’alba di ieri mattina è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti dei quattro uomini, ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza. Si tratta di tre uomini residenti a Cerignola, Stefano Alberto Biancolillo, 30 anni, Pietro Raffaeli, ritenuto la ’mente del colpo’, 44 anni e Pasquale di Tommaso, 31, ed un quarto a Foggia, Pasquale Pecorella, tutti fermati all’interno delle loro abitazioni. Hanno tutti precedenti per rapina. Contestualmente ieri sono scattate 22 perquisizioni domiciliari a casa dei quattro arrestati e di altri diciotto indagati. Le accuse nei confronti dei quattro sono quelle di tentato omicidio e rapina aggravata in concorso. A ripercorrere la notte di terrore in A1 nel tratto di Modena Sud e a spiegare le tappe delle delicate indagini, durate giorno e notte, sono stati ieri mattina il procuratore capo Luca Masini e i pubblici ministeri Monica Bombana e Lucia De Santis, insieme al dirigente della mobile Paternoster, al collega di Foggia, vicequestore Mario Grassia e al vicario Sabato Riccio. Presente anche il comandante della polizia stradale Enrico Tassi i cui uomini hanno fornito un brillante contributo all’indagine individuando uno dei mezzi chiave usati dai rapinatori: un’ambulanza.

Erano le 20 dei 14 giugno quando il commando, composto da quindici persone circa, assaltava il furgone della ditta Btv: l’obiettivo era il denaro custodito all’interno (2 milioni e mezzo di euro) che i rapinatori non sono riusciti a prelevare nonostante abbiano scatenato l’inferno e questo anche grazie alla prontezza delle guardie giurate. Ecco le tappe dell’assalto: una delle auto usate dai rapinatori affianca il furgone, dentro ci sono alcuni banditi col volto travisato e armati di kalashnikov. Due dei malviventi iniziano a sparare contro la fiancata del portavalori che finisce contro il guardrail. Nella stessa direzione di marcia arrivano quattro auto poi incendiate dagli indagati. I rapinatori, con l’intento di uccidere le tre guardie a bordo (fra le accuse c’è il tentato omicidio) crivellano il parabrezza del furgone per poi lanciare contro lo stesso due ordigni mentre altri complici tentano di aprire il lato posteriore del mezzo col flessibile. Non solo: i banditi svuotano anche un estintore all’interno del furgone per intossicare le guardie e costringerle a scendere, che però non perdono il controllo e restano a bordo del blindato. Contemporaneamente in autostrada va in scena il finimondo: altri componenti del commando, armati a loro volta di fucili mitragliatori sparano in aria bloccando le quattro corsie di marcia, dando fuoco ad altre tre auto rubate ma incendiando anche i mezzi di privati cittadini, minacciati con le armi e costretti ad abbandonare le vetture. Nello stesso momento i rapinatori puntano le armi contro i conducenti di quattro camion obbligandoli ad intraversare i mezzi pesanti sulla carreggiata. Nel frattempo il conducente di un tir di passaggio con la propria telecamera riprende l’azione e successivamente quel video risulterà fondamentale alle indagini. Ma non è finita: mentre le fiamme si sprigionano in cielo, i rapinatori collocano sul manto stradale varie bande chiodate, causando il blocco di entrambe le carreggiate per cinque chilometri, interrompendo la viabilità fino alle 4 del mattino Il commando si è assicurato le vie di fuga, ricavando varchi nelle barriere autostradali.