Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, arrestato l'imprenditore Biagio Passaro

L'imprenditore della ristorazione di Castelfranco Emilia, leader del movimento 'Io apro', avrebbe preso dalle casse sociali oltre 660mila euro causando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni

Castelfranco Emilia (Modena), 30 novembre 2022 - Questa mattina su delega della Procura della Repubblica di Bologna, la Guardia di Finanza di Modena ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un imprenditore di Castelfranco Emilia, Biagio Passaro, a capo di un gruppo operante nel settore della ristorazione, noto per il ruolo di brand manager del franchising Regina Margherita.

La scheda: Biagio Passaro, da manager del gruppo Regina Margherita a leader del movimento #ioapro  

L’imprenditore risulta gravemente indiziato dei delitti di bancarotta fraudolenta, indebita percezione di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.

Passaro, leader del movimento 'Io apro' contro le chiusure durante il lockdown, era già finito in carcere per l'assalto alla Cgil di Roma avvenuto nel 2021, poi prosciolto e scarcerato 18 giorni dopo per non aver commesso nessun reato a lui imputatogli in seguito a ordinanza del Tribunale del Riesame.

 

Biagio Passaro
Biagio Passaro
Le indagini svolte hanno consentito di accertare che gli indagati, complessivamente cinque, compreso Passaro, nella loro qualità di amministratori di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita nel settembre 2020, avrebbero sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare i libri, i registri e le altre scritture contabili previste e preso dalle casse sociali oltre 660 mila euro – che sarebbero stati utilizzati per fini personali – causando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni, riferito a debiti nei confronti di dipendenti, Erario e fornitori.

Le indagini hanno messo poi in luce operazioni di autoriciclaggio per 150mila euro. Ma le indagini avrebbero anche permesso di acquisire prove circa la percezione indebita di contributi pubblici erogati in relazione alla crisi economica provocata dall’emergenza pandemica da Covid-19, da parte di altre aziende operanti nello stesso settore della fallita azienda e riconducibili al destinatario della misura cautelare personale, le quali, mediante la formazione di documentazione e dati falsi, avrebbero ottenuto indebitamente somme per mezzo milione di euro.

All’indagato sono stati sequestrati beni mobili ed immobili, conti correnti e disponibilità finanziarie, in esecuzione della contestuale ordinanza di misura cautelare reale emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Bologna, fino  alla concorrenza di 900 mila euro.