REDAZIONE MODENA

Paura a Carpi, calciatore espulso spara e minaccia i tifosi

E’ successo al termine del match tra Union Cabassi e Crevalcore, Mirko Uva denunciato per minacce insieme al fratello: esplosi tre colpi. Il grave episodio dopo tensioni e offese in campo: indaga la polizia

Calciatore espulso Mirko Uva (nella foto piccola) spara e minaccia i tifosi bolognesi della squadra avversaria

Calciatore espulso Mirko Uva (nella foto piccola) spara e minaccia i tifosi bolognesi della squadra avversaria

Carpi (Modena), 5 febbraio 2025 – Li avrebbe aspettati nel parcheggio del campo di calcio a fine gara, inseguendoli in auto assieme al fratello e poi minacciandoli con una pistola scacciacani da cui avrebbe sparato tre colpi prima di dileguarsi.

E’ questo il racconto di un gruppo di tifosi del Crevalcore, formazione bolognese di Seconda categoria, che domenica erano arrivati a Carpi al campo sportivo “Marri” di Santa Croce per assistere alla gara fra i padroni di casa della Cabassi Union Carpi (e non del Carpi calcio come erroneamente scritto in prima battuta e ce ne scusiamo con gli interessati) e del Crevalcore, vinta 1-0 dai bolognesi.

Il protagonista del gesto sarebbe Mirko Uva, 26enne giocatore della squadra di casa nato a Napoli ma residente a Rolo, contro il quale i tre tifosi (il quarto in auto era un bimbo di 9 anni) hanno sporto denuncia facendo intervenire sul posto la polizia.

Il grave gesto avrebbe avuto un antefatto in campo: prima della fine del primo tempo il giocatore carpigiano era stato espulso proprio per un battibecco coi tifosi ospiti al seguito, un gruppo nutrito di ultras con bandiere e tamburi.

A fine gara, dopo essersi fatto la doccia, sempre secondo il racconto dei tifosi bolognesi, il 26enne sarebbe salito sulla sua auto nel parcheggio del campo assieme al fratello 20enne Antonio, residente a Carpi, alzando al cielo la pistola e urlando qualcosa verso i tifosi avversari, prima di rincorrere l’auto di alcuni di loro che si stava dirigendo verso casa.

A questo punto li avrebbe affiancati all’altezza del semaforo che porta al vicino casello autostradale sparando in aria i tre colpi. I tifosi spaventati sono tornati al campo, dove erano rimasti altri amici, e da lì hanno chiamato le forze dell’ordine che, tramite perquisizione, hanno rivenuto la pistola a casa del giovane, denunciato assieme al fratello per minaccia aggravata in concorso.

“Io ero già andato a casa – spiega Paolo Rossi, direttore generale della Cabassi – perché dopo una piccola scaramuccia al fischio finale la situazione era tranquilla, non mi sono accorto di nulla perché a fine gara ero dietro agli spogliatoi per sistemare le maglie e chiudere l’impianto. Poi a casa sono stato contattato e sono tornato al campo dove ho dato la mia testimonianza alla polizia.Attendiamo le indagini, ma se dovessero essere accertate le responsabilità del nostro giocatore di sicuro faremo la nostra parte. Durante la gara era stato offeso pesantemente per tutto il match dai tifosi avversari, ma questo non potrebbe minimamente giustificare un atto del genere”. Non era presente al campo Matteo Reda, presidente della Cabassi.

“Ero a Parigi, è l’unica gara dell’anno che ho saltato – spiega – e sono rimasto di sasso quando mi hanno telefonato, anche perché si tratta di un ragazzo esemplare, con noi dalla scorsa estate, che in altre occasioni in cui in campo c’erano state situazioni accese era sempre stato il primo a placare gli animi.

Come società – fa sapere – attendiamo le indagini, ma se fosse confermato questo comportamento non saremo clementi, le provocazioni non possono giustificare un atto del genere con una pistola, è un gesto che condanniamo fortemente e abbiamo già chiesto scusa, sia telefonicamente che via mail, al Crevalcore e ai loro tifosi”.