REDAZIONE MODENA

"Caro bollette, servono aiuti da Hera e Comuni"

Fratelli d’Italia: "La situazione è davvero drammatica e l’amministrazione ha dato il via libera solo a ’misure tampone’ che non bastano"

di Paolo Tomassone

L’esplosione dei prezzi dell’energia coinvolge già oggi le famiglie, i professioni, gli artigiani e le imprese. Tutti capiscono che c’è bisogno di una risposta generale a problemi legati a dinamiche internazionali, tra tutte il conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Ma anche nelle comunità locali si cerca di fronteggiare la tempesta. I canali sono due. Da un lato il consiglio comunale in cui si possono decidere misure limitate per alleviare il peso su famiglie e imprese. L’altro è quello di agitare il tema in conferenza stampa.

Fratelli d’Italia, che giovedì in aula non ha presentato emendamenti al bilancio comunale, ha deciso però di convocare i giornalisti per enucleare gli interventi che sarebbero necessari per abbattere i rincari in bolletta calcolati nell’ordine del 131% per l’elettricità e del 94% del gas secondo stime pre-crisi ucraina. Il Comune, come ha ricordato l’assessore Cavazza nel corso del consiglio, ha stanziato a favore delle famiglie in difficoltà 450mila euro: "300mila erano già in bilancio e 150mila a seguito di un emendamento del Pd". Misure a tampone – secondo Fratelli d’Italia – sarebbero come "un cerotto su una gamba di legno" anche se in questo momento consentirebbero a imprenditori e famiglie di reggere l’urto.

"La situazione è più drammatica del previsto – spiega il consigliere regionale di FdI, Michele Barcaiuolo – da mesi sosteniamo che l’aumento delle materie prime avrà un impatto sempre più alto sulle persone e le imprese. Un importante imprenditore presente a Modena con alcune filiali ci ha segnalato di aver ricevuto una bolletta da 3 milioni di euro contro la bolletta precedente di 900mila euro. Qui non si tratta di ‘rompere il salvadanaio’ per far fronte a un improvviso aumento delle spese correnti. Questo è un problema strutturale causato dalla totale inesistenza di una seria politica energetica da parte dei governi degli ultimi dieci anni".

Occorrono misure che consentono all’Italia di non dipendere totalmente da altri Paesi per i rifornimenti energetici. Ecco perché il partito di Meloni chiede a Comune e Regione di fare pressione sul governo per sbloccare le estrazioni di metano nell’Alto Adriatico e al tempo stesso accelerare la sperimentazione sul nucleare da fusione da parte di Eni. L’emergenza necessita poi di "provvedimenti immediati e straordinari". A partire dal Comune che ha ritirato il 6,5% dei dividendi di Hera – oltre 11 milioni di euro – ai quali si aggiungono gli oltre 5 milioni di utili per lo smaltimento dei rifiuti urbani e un avanzo di 7,6 milioni. Prelevando "una parte del fondo cassa di oltre 127 milioni – dice Barcaiuolo – si potrebbero già stanziare 30 milioni per le imprese modenesi, non interventi a pioggia o indiscriminati, ma aiuti selettivi da erogare secondo criteri di equità trasparenti".

La risposta di Hera all’aumento delle bollette, denuncia il presidente provinciale di FdI, Ferdinando Pulitanò, è stata "imbarazzante". Nelle scorse settimane "sono stati solo capaci di dire di abbassare elettrodomestici e il riscaldamento in casa e proporre una serie di rateizzazioni o predisporre uno sportello di consulenza per suggerire agli utenti stili di vita più consapevoli".