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Casa Serena, si ristrutturerà l’esistente

Sassuolo, ormai fuori dai piani della giunta l’ipotesi di una residenza da costruire ex novo, caldeggiata invece dal centrodestra

Una vista dall’esterno di Casa Serena

Una vista dall’esterno di Casa Serena

La nuova Casa Serena? Era uno dei punti del programma della prima giunta di centrodestra, quella con Caselli sindaco, ma rimase sulla carta, anche perché tanto sulla collocazione quanto sui costi i contorni erano un tantino nebulosi. E sulla carta è rimasta anche la realizzazione ex novo della struttura, che avrebbe trovato collocazione a ridosso dell’ospedale, soluzione studiata a lungo, e progettata, nel corso del quinquennio che ha visto Gian Francesco Menani alla guida dell’amministrazione comunale. E sulla carta, par di capire, la ‘nuova’ Casa Serena – dove per nuova si intende una struttura di nuova realizzazione – resterà ancora a lungo, dal momento che, tanto nei programmi elettorali dell’attuale sindaco Matteo Mesini, quanto nelle sue linee di mandato, l’idea è quella di agire sulla struttura esistente piuttosto che puntare a realizzarne una nuova. "Realizzare la nuova Casa Serena coinvolgendo i gestori della struttura attraverso un progetto di riqualificazione dell’edificio esistente alla Salvarola, in continuità di servizio e con l’obiettivo di aumentare i posti disponibili", recitano le linee programmatiche di mandato che mettono nero su bianco una volontà – riqualificare l’esistente – che il neosindaco ha già reso pubblica in più occasioni, da ultimo a margine della prima seduta del consiglio comunale, non senza che l’ex-vicesindaco Alessandro Lucenti – oggi consigliere comunale di Fratelli d’Italia – rimarcasse come la soluzione migliore sarebbe invece la realizzazione ex novo della residenza per anziani, relativamente alla quale c’è già uno studio di fattibilità del dicembre 2023 che registra costi che si attestano, sì, oltre i 17 milioni di euro, ma verrebbero sensibilmente ridotti attraverso un project financing che garantirebbe al privato investitore la gestione della struttura.

Soluzione che non convince, tuttavia, Mesini, che non ha mai fatto mistero di come a suo avviso la soluzione migliore sarebbe invece riqualificare la struttura che svetta oggi sulle prima colline della Salvarola, la quale oggi ha una capacità di novanta ospiti ‘stabili’, cui se ne aggiungono quindici per il cosiddetto ‘diurno’. Agire sull’esistente lavorando sulla struttura odierna ne aumenterebbe la capacità fino a portarla a 120 posti, ma un’operazione del genere sarebbe una ‘pietra tombale’ sulla struttura nuova che l’amministrazione precedente pensava di poter realizzare a ridosso dell’ospedale. Questione di scelte, insomma, che non mancheranno di far discutere maggioranza e opposizione, le quali sul tema hanno idee diametralmente opposte.

Stefano Fogliani