Ceis, nuova sede in viale Gramsci: «Eroina, è allarme»

Più spazio per gli uffici amministrativi, del personale e della contabilità Padre Stenico: «Oggi il consumo è più nascosto Si usano meno le siringhe e si vende al telefono»

Taglio del nastro ieri mattina in viale Gramsci per i nuovi spazi del Ceis. La storica associazione, che da sempre si occupa di combattere le dipendenze, negli anni ha aumentato le sue competenze e i suoi servizi, pertanto si è allargata dalla sede storica di via Toniolo. Il presidente Padre Giuliano Stenico ha accolto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e i tanti operatori delle diverse associazioni che fanno capo al Ceis nei nuovi uffici situati al primo piano del civico 10. Qui hanno trovato spazio gli uffici amministrativi, quelli del personale e della contabilità.

Il ‘cuore’ e l’origine del lavoro svolto dal Ceis rimane il recupero di tossicodipendenti. La cocaina è la droga più diffusa ma anche l’eroina è tornata prepotentemente sul mercato, con una differenza rispetto al passato; si usano meno le siringhe e viene soprattutto inalata o fumata rendendola ancora più insidiosa. «Il consumo di eroina c’è ma è più invisibile – continua il presidente Ceis – si fa fatica ad intercettarlo, non c’è più il tossico che staziona in piazza. Anche la modalità di spaccio è diversa, che avviene attraverso il telefono, gli spacciatori che si vedono sono l’ultima ruota del carro, ma il vero spacciatore è invisibile». Per quanto riguarda la schiavitù da droghe pesanti, il Ceis sta seguendo al momento circa 200 persone. «La prima sostanza è la cocaina – ha spiegato Marco Sirotti, psicologo e coordinatore delle tossicodipendenze del Ceis – che riguarda un target di popolazione che va dai 16 fino ai 60 anni, di ogni strato sociale e categoria, persone che si avvicinano a noi per chiedere una mano; a seguire ci sono alcol, eroina e gioco d’azzardo». Un percorso difficile quello dell’uscita dalle droghe pesanti ma non impossibile a patto che la persona non sia sola.

Emanuela Zanasi