Chiude l’ultimo forno di Frassinoro: “Impossibile adeguarsi alle norme europee”

A Sassatella si ferma ’Piacentini’ dopo 43 anni di storia. I titolari Sonia e Luca: "Costi insostenibili. Stanno uccidendo la montagna" .

È l’unico forno del comune di Frassinoro, il più alto di tutta la Regione. Il Forno ‘Piacentini’ a Sassatella, 43 anni di attività vissuti coraggiosamente, chiuderà a fine anno. Una decisione sofferta che lascerà un vuoto difficile da colmare in questa comunità di 1.725 anime al confine con la Toscana.

Sonia e il marito Luca Venturi chiudono il forno Piacentini, l'ultimo di Frassinoro
Sonia e il marito Luca Venturi chiudono il forno Piacentini, l'ultimo di Frassinoro

cnon nascondono il loro rammarico. Un sorriso amaro affiora sulle labbra. "In realtà è una scelta obbligata – spiegano –. Siamo costretti a chiudere, perché adeguarsi alle normative imposte dall’Unione Europea per noi è impossibile. Abbiamo visto tante volte le leggi cambiare e ci siamo sempre adeguati, seppur a fatica". Poi, otto mesi fa, la batosta. Dopo un controllo di routine è arrivata la richiesta di certificare l’impianto elettrico. "Peccato che il professionista che lo ha fatto sia deceduto – prosegue Sonia – e nessuno si prende la responsabilità su un impianto fatto da un altro, peraltro così vecchio".

Per un piccolo laboratorio artigianale, che fa il pane come una volta, l’investimento è insostenibile. "Oltre all’impianto elettrico avremmo dovuto fare anche gli spogliatoi –  dicono i titolari increduli – e un montacarichi per spostare il pane direttamente in negozio". Sì, perché qui si fa ancora tutto in famiglia e di spogliatoi nessuno ha mai avuto bisogno.

Il pane viene portato ogni mattina a spalla, uscendo dal laboratorio fino al piano superiore, dove si trova il negozio che funge anche da alimentari. A fianco, l’ingresso di casa. Le pagnotte vengono ancora avvolte nei teli di lino. Non esiste cella di lievitazione. E per cuocere serve più di un’ora, in un forno di mattoni refrattari. Sonia e Luca, a cui mancano tre anni alla pensione, hanno provato fino all’ultimo a non gettare la spugna. Ma 70mila euro richiesti per i lavori sono troppi. "La speranza era lasciare l’attività alle nostre figlie, Gaia e Debora, che già lavorano al forno. Purtroppo non sarà così".

Il 31 dicembre è l’ultimo giorno di apertura. "Ho iniziato a 14 anni – racconta Sonia con gli occhi umidi – con mia mamma Rina Maria e papà Domenico, che hanno lavorato entrambi fino ai loro ultimi giorni di vita. Ricordo che venne da Castelnuovo Garfagnana il fornaio Ginestri a insegnarci. Da allora, la nostra specialità è il pane ‘toscano’ che si conserva a lungo e non prevede aggiunta di alteranti. Facciamo 50 chili di panini e pagnotte ogni giorno e circa 8 chili a settimana fra tortellini e tortelloni tirati a mano".

Il venerdì, poi, ci sono le torte. "Solo con ingredienti di prima qualità, utilizzando lievito madre rinnovato quotidianamente". "Stanno uccidendo la montagna" sbotta il signor Venturi. "Non è possibile trattare le piccole attività, specie in queste zone, come fossero produzioni industriali". Oggi si usa la farina ‘Casoni’ di Palagano. "Ma i primi anni si portava il grano prodotto in zona fino a Pieve Fosciana, al Mulino Regoli, che funzionava ad acqua".

Tra le specialità del Forno c’è la torta Nizza, tipica di Frassinoro, fatta con arancia e limone, che richiede 8 ore di lavorazione, preparata per Pasqua. A Natale, invece, c’è la torta di castagne, fatta con marmellate casalinghe e coi cosiddetti ‘capponi’, piccole pere antiche cotte al forno. Dal 15 dicembre, in via eccezionale, sul banco ci saranno entrambi i dolci. Un’ultima volta, prima che le luci si spengano e il forno diventi freddo. Freddo come le leggi incapaci di vedere la ricchezza di un piccolo laboratorio artigianale dall’anima antica, che teneva in vita tradizioni uniche, di una montagna sempre più sola, isolata, incompresa.