EMANUELA ZANASI
Cronaca

Condannato violentatore. La vittima: "Denunciate. Giustizia in soli 10 mesi"

Attraverso i suoi legali la donna ha raccontato l’aggressione sul Percorso Sole. Riuscì a salvarsi e ora lancia un messaggio: "Fidatevi delle forze dell’ordine". .

Condannato violentatore. La vittima: "Denunciate. Giustizia in soli 10 mesi"

Era stata un’aggressione brutale. La vittima, una trentenne italiana, era stata sorpresa di spalle mentre faceva jogging sul percorso Sole lungo il Panaro nel comune di Vignola. Uno sconosciuto, più o meno coetaneo l’afferrò per il collo buttandola a terra, cercò di spogliarla, la palpeggiò ovunque. Alcuni minuti di terrore che sembrarono secoli ma lei riuscì a divincolarsi e a scappare e così fece l’aggressore. Il fatto è accaduto in un pomeriggio di febbraio scorso intorno alle 17,30. La ragazza sporse denuncia ai carabinieri che cominciarono indagini serrate arrivando in poco tempo al responsabile. L’uomo, un italiano di origine sudamericana, poco più che trentenne venne arrestato. Ieri in tribunale a Modena è stato condannato a 2 anni e 8 mesi in abbreviato, rito che prevede lo sconto di un terzo della pena. Una sentenza che non compensa il trauma vissuto ma la vittima, attraverso i suoi legali, gli avvocati Tiziano Panini e Romina Esposito, vuole lanciare un messaggio rivolgendosi a tutte le donne invitando a denunciare ogni violenza e sopruso. "Si è trattato di una violenza sessuale – ha precisato l’avvocato Panini – è stata sottoposta ad una aggressione che è andata avanti per alcuni minuti. Solo per il fatto che questa ragazza è sportiva e allenata è riuscita a resistere il più possibile, diciamo che ha limitato i danni di quella che poteva essere una tragedia ancora più grave. Lei vuole dire a tutte le donne di denunciare – ha proseguito il legale – ci sono oggi mezzi investigativi e le forze dell’ordine sono sempre molto sensibili e veloci ad attivarli e quindi si riesce ad arrivare spesso all’individuazione del colpevole. La giustizia in questo caso è stata velocissima poiché si tratta di un fatto avvenuto nel febbraio 2023 e siamo arrivati alla condanna ora".

Ad incastrare l’aggressore erano stati diversi elementi tra cui la sua presenza il giorno dopo di nuovo sul luogo del reato e le ricerche online fatte dall’uomo sull’episodio. Dopo l’arresto finì ai domiciliari con braccialetto elettronico e ora è in carcere. "La condanna non compensa quello che ha subito la nostra assistita che per molto tempo ha avuto paura ad uscire – ha concluso il legale – vuole comunque invitare tutte le donne che spesso non denunciano per paura o perchè pensano che non serva a nulla, di rivolgersi alle forze dell’ordine, di fidarsi".