Raffica di controlli in vista nelle strutture sanitarie private con posti accreditati. La vicenda dell’infermiera accusata di aver volontariamente iniettato più volte aria nel braccio di una paziente provocandone la morte, stando all’ipotesi della procura, sta scuotendo il mondo politico-sanitario. È probabile nei prossimi mesi una serie di verifiche in queste residenze – con esame delle cartelle cliniche delle persone ricoverate e decedute – della provincia per levare ogni dubbio sull’esistenza di casi simili e scongiurarne altri in futuro.
Ha suscitato stupore anche il fatto che l’infermiera in un’altra struttura potesse accedere al sistema informatico dei pazienti ai quali modificava i piani terapeutici. Questo era possibile perché utilizzava le credenziali del medico della Rsa. Una prassi tuttavia, a quanto pare, non così rara nelle strutture nel momento in cui un medico magari per sovraccarico di impegni può decidere di cedere in buona fede le credenziali a un operatore sanitario di fiducia, anche se non dovrebbe, per velocizzare i passaggi di informazioni.
Ma come funziona il meccanismo di accreditamento di queste strutture private? La Regione stabilisce gli standard di qualità, organizzazione e sicurezza che le strutture sanitarie e socio-sanitarie devono rispettare per ottenere l’accreditamento e la standardizzazione dei costi. Dopodiché individua le necessità del territorio e definisce il numero e la tipologia di strutture necessarie.
L’azienda interessata (Rsa, clinica) presenta una domanda di accreditamento e l’Ausl verifica che rispetti i requisiti minimi richiesti (ad esempio, infrastrutture, competenze del personale, dotazione tecnologica).
A quel punto subentra il Comune che oltre a concedere l’area o l’edificio, e affidare il servizio, collabora a stretto contatto con l’Ausl per assicurarsi che le esigenze locali siano considerate (numeri dell’invecchiamento della popolazione per esempio).
In Emilia-Romagna il ruolo dei Comuni è particolarmente importante nella programmazione dei servizi. In più è previsto un monitoraggio post-accreditamento che prevede anche il controllo da parte di una commissione del territorio composta da tecnici, per valutare periodicamente il mantenimento dei requisiti.