GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Convergenze parallele. L’asse a sorpresa tra Mezzetti e Negrini fa impazzire il Pd

Sintonia sull’urbanistica e non solo: l’idea è andare oltre gli steccati. Il primo cittadino ha bisogno di una sponda per indebolire i muzzarelliani. Forte intesa anche tra la consigliera Dondi e la vicesindaca Maletti. .

Sintonia sull’urbanistica e non solo: l’idea è andare oltre gli steccati. Il primo cittadino ha bisogno di una sponda per indebolire i muzzarelliani. Forte intesa anche tra la consigliera Dondi e la vicesindaca Maletti. .

Sintonia sull’urbanistica e non solo: l’idea è andare oltre gli steccati. Il primo cittadino ha bisogno di una sponda per indebolire i muzzarelliani. Forte intesa anche tra la consigliera Dondi e la vicesindaca Maletti. .

Come in un doppio con la racchetta Luca Negrini e Massimo Mezzetti hanno sostenuto la ‘salvezza’ del Circolo tennis suggellata da una foto insieme, sorridenti, mentre l’altra sera Daniela Dondi si sperticava in elogi per l’illustrazione della campagna di prevenzione della West Nile da parte dell’assessora Francesca Maletti, con la quale è già in sintonia sui temi sociali. Frequenti inoltre gli intenti di collaborazione sulla sicurezza, ‘nel bene di Modena’, ultima ma non per importanza la sfida-invito del sindaco ad andare insieme a Roma a chiedere l’innalzamento della questura in fascia A. E che dire del fresco voto bipartisan sul nuovo corso dell’urbanistica? Tutti uniti nell’invocare meno cemento e più partecipazione, con gentile ringraziamento da parte del primo cittadino per "l’approccio costruttivo".

Si moltiplicano gli indizi di un asse sempre più solido tra un parte del centrodestra e i vertici della giunta. Tra il sindaco Massimo Mezzetti e il capogruppo Fd’I Luca Negrini, la consigliera parlamentare meloniana Daniela Dondi e la vicesindaca Francesca Maletti. Le voci rimandano a un differente sensibilità di vedute nei Fd’I di Modena: da una parte il tandem Negrini-Dondi, dall’altro la coppia di ferro Pulitanò-Barcaiuolo, invece incontaminabile. L’opposizione soft di Negrini e Dondi viene definita dai sostenitori ‘oltre le ideologie’, dai detrattori ‘al limite della sudditanza psicologica’.

Cui prodest? Al di là della stima e la simpatia personale reciproca (fin dalla campagna elettorale Mezzetti e Negrini si scambiano calorose strette di mano e lunghe chiacchierate lontane da riflettori), fra gli osservatori appare evidente il tentativo da parte di Dondi e Negrini – il quale dice a tutti di ispirarsi al gran visir Gianni Letta – di assumere un profilo istituzionale, di destra di governo, responsabile, capace di tessere una rete nella Modena che conta, nell’interesse della città. Per riuscire davvero, è l’obiettivo, a incidere nelle decisioni che riguardano il futuro e costruire in prospettiva un’alternativa amministrativa, ponendo fine alle sterili battaglie di bandiera. In questa strategia gli attacchi politici sono concentrati per lo più sul Partito democratico a trazione ancora muzzarelliana, percepito nello scenario come quasi un antagonista del sindaco.

Dall’altra parte va detto che è nella natura di Mezzetti avvolgere gli avversari più che fronteggiarli. In ossequio alle massime dell’Arte della guerra di Sun Tzu, il generale-filosofo cinese del 500 avanti Cristo, uno dei riferimenti politico culturali del sindaco: primo, la vera vittoria è quella che si ottiene senza combattere, anche portando dalla tua parte i ‘nemici’; secondo, non far capire mai da che parte attaccherai.

Perché poi il primo cittadino ha evidenti motivi politici per desiderare di procurarsi un paracadute su cui contare considerando i volubili umori del Partito democratico: l’altra sera, per dire, il Pd fino all’ultimo ha lasciato tutti con il fiato sospeso prima di dare il via libera alla mozione ‘salva-maggioranza’ sull’urbanistica. La crisi per ora è rientrata. Forse anche perché qualcuno sapeva dell’arrivo del ‘soccorso’ dai banchi del centrodestra che avrebbe vanificato il tentativo di spallata. Ma non è detto che sarà l’ultimo.