"Covid, l'ondata di ritorno ci sarà. Con l'inizio delle scuole i contagi aumenteranno"

Modena, il direttore di Pneumologia, Enrico Clini: "Il virus c’è e si trasmette come prima. Ma possiamo tutelare le fasce deboli con distanziamento e mascherina"

Il professor Enrico Clini

Il professor Enrico Clini

Modena, 19 agosto 2020 - "L’ondata di ritorno ci sarà, attenuata rispetto alla prima fase epidemica, ma ci sarà". Il professor Enrico Clini, direttore della Pneumologia del Policlinico, fa i conti con la realtà, sulla base di elementi scientifici, a meno di un mese dalla riapertura delle scuole. "Le uniche armi che abbiamo, in attesa del vaccino, sono il distanziamento sociale e l’uso della mascherina". Per questo si appella ai giovani, in questo periodo di ferie tra i più contagiati: "Usate i presìdi di sicurezza per non diffondere il virus".

Professor Clini, cosa accadrà a ottobre? "Ci sarà un’ondata di ritorno, tutte le infezioni virali hanno avuto almeno una doppia ondata, ovvero una fase epidemica acuta e una più attenuata. Del resto andiamo incontro a fattori che faciliteranno il contagio".

Quali? "L’apertura delle scuole, una stagione più fredda che porterà le persone a vivere soprattutto in ambienti chiusi, e la diffusione di altre infezioni".

In questi mesi il virus è mutato? "Il virus è infettivo e trasmissibile come prima, non ci sono evidenze sul mutamento anche se non si esclude un cambiamento nelle sequenze Rna. In ogni caso non sappiamo come ciò si traduca in una diversa interazione con l’’ospite’, cioè in un diverso impatto sulla salute".

Come si distingue una polmonite ’normale’ da una polmonite da Covid? "Ci sono quadri radiologici, come la polmonite interstiziale, tipici da Covid ma non univoci. L’unica diagnosi certa è data dal tampone e i tamponi veloci ci aiuteranno ad avere una conferma diagnostica nel più breve tempo possibile. Ciò è importante per valutare una ospedalizzazione del paziente in tempi celeri".

Si sono fatti passi avanti nella cura. Per questo voi medici siete più ottimisti? "Non c’è un farmaco che cura il virus ma abbiamo più chiaro, soprattutto negli ospedali, quali terapie utilizzare. Per esempio l’anticoagulazione usata in modo precoce, cioè come profilassi non appena si ha la diagnosi, può essere utile per evitare che il paziente si aggravi".

E’ vero che gli asintomatici non sono contagiosi? "Assolutamente no, gli asintomatici sono contagiosi perché portatori del virus. Anzi, proprio perché un asintomatico può non sapere di aver contratto il virus, può avere comportamenti più a rischio e quindi diventare un vettore di contagio".

Dobbiamo quindi aspettarci un altro autunno di restrizioni? "L’epidemia farà inevitabilmente il suo corso, l’unica vera difesa è il distanziamento abbinato alla mascherina e alla igienizzazione delle mani. Dobbiamo continuare a seguire le solite preziose regole che ci hanno insegnato. Nelle scuole, soprattutto alle elementari, sarà difficile far rispettare queste condotte ai bambini ma in generale vanno mantenute. La scuola sarà un banco di prova cruciale. Serve una campagna di sensibilizzazione soprattutto per i più giovani, anche giovanissimi".

Sarà importante fare il vaccino antinfluenzale? "E’ importante che la popolazione faccia il vaccino antinfluenzale e che lo facciano anche le persone giovani. Protegge dall’influenza e facilita il compito di discriminare l’origine della sindrome eventualemnte manifestata".

Come si preparerà il Policlinico alla seconda ondata? "A differenza dello scorso febbraio, stavolta siamo pronti e quindi a oggi posso dire che siamo già attrezzati. Oltre ai percorsi di accesso all’ospedale già attivi, abbiamo identificato il reparto di Malattie infettive come quello che ospiterà i contagiati, è stato potenziato nel numero di letti e accoglierà pazienti da tutta la provincia. In più sono stati riservati altri spazi isolati in Pneumologia e nelle Medicine. Anche le terapie intensive sono potenziate. La speranza è quella di ospedalizzare meno persone possibile. Se l’ondata ci sarà, la chiave sarà comunque quella di continuare a proteggere le fasce deboli, anziani in primis ma non solo. E per farlo tutti dobbiamo fare la nostra parte, rispettando le distanze e indossando la mascherina quando ciò non è possibile". Attualmente sono 8 le persone ricoverate in Malattie infettive, nessuno in terapia intensiva.

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