Omicidio di Modena, chi è il cuoco killer / FOTO e VIDEO

Raffaele Esposito, lo chef sadico che odia le donne, incastrato dal libro della figliastra. Durante l'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere

Modena: Raffaele Esposito e il luogo dell'omicidio

Modena: Raffaele Esposito e il luogo dell'omicidio

Modena, 11 ottobre 2018 - Un maniaco seriale che ha alzato il tiro arrivando a uccidere e che, molto probabilmente, non si sarebbe fermato. Ci sono dieci giorni di follia e violenza contro le donne dietro all’arresto a Modena del 34enne Raffaele Esposito (nato a Napoli, residente a Savignano sul Panaro), cuoco tossicodipendente e ludopatico, padre di una bimba piccola, responsabile, secondo carabinieri e procura, di un omicidio, una violenza sessuale e un tentato sequestro di persona. Il tutto nello stretto lasso di tempo compreso tra il 24 agosto e il 2 settembre scorsi. Il suo nome è legato alla morte di ‘Nina’, Neata Vasilica Nicoleta, prostituta romena di 31 anni il cui cadavere carbonizzato è stato rinvenuto dai carabinieri (su segnalazione di un ciclista), in una zona di campagna, a San Donnino. Ma quel delitto «compiuto per futili motivi e con sadismo» è solo l’apice di una escalation ricondotta a una persona, rivelano le indagini, «incapace di controllare i propri impulsi ad atti di violenza».  

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Il 24 agosto, dicevamo: Esposito ha confessato di essere l’autore di una violenza sessuale avvenuta quel giorno a Zocca, Comune dell’Appennino, ai danni di una donna che conosce molto bene (e nei confronti della quale aveva già indirizzato apprezzamenti espliciti). Il 34enne l’ha sorpresa appena fuori casa di prima mattina, alle spalle, imbavagliandola e bendandola, utilizzando per questo vestiti da bambino che aveva in auto. Dopo la violenza le ha gettato dell’acqua addosso, per poi accendere un fiammifero, inducendo nella vittima il timore che le stesse dando fuoco.

24 agosto 2018

Un sinistro presagio, perché la notte tra il 29 ed il 30 agosto, il 34enne uccide a Modena Nina’, lucciola incontrata per la prima volta e alla quale aveva chiesto (il primo di molti madornali errori) uno squillo al suo cellulare, non trovandolo più. Dal cadavere carbonizzato e martoriato dagli animali selvatici, la medicina legale ha estratto un raro chiodo endomidollare (due quelli impiantati in Italia): la chiave di volta per identificare la vittima, obiettivo altrimenti impossibile. Esposito dopo il delitto ha passato la mattinata ai videopoker in un bar.

Solo tre giorni dopo, il due settembre, immortalato dalle telecamere di una casa, l’uomo tenta di sequestrare una 18enne che camminava alla luce del sole, dopo essersi qualificato come carabiniere. La vittima si divincola. «Se non ci fosse riuscita – le parole del comandante del nucleo operativo Stefano Nencioni – durante il sequestro probabilmente l’avrebbe uccisa». È per quel fatto che il cuoco padre di famiglia finisce in cella, dove presto verrà raggiunto dalle altre due accuse. «L’omicidio della prostituta è opera di persone di colore», le sue parole, inverosimili, ai pm.   Fondamentali nel lavoro del pool di magistrati, i numerosi errori di Esposito, che ha usato un libro della figlia della sua compagna per dare fuoco al cadavere della 31enne (diverse le pagine ritrovate) e non sapeva di avere un sistema gps attivo sull’auto, una Y bianca di una figlia della compagna. A Savignano, 9mila anime a 25 chilometri da Modena, dove il 34enne viveva con la compagna, la loro figlia piccola e le due figlie di lei, l’incredulità è palpabile: «È stato lui? Non ci posso credere».

 

Aggiornamento

Raffaele Esposito non risponde. Il 34enne destinatario di una doppia ordinanza di custodia cautelare per omicidio, violenza sessuale, a Zocca, e tentato sequestro di persona, detenuto al Sant’Anna, si è avvalso della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi. Nei precedenti interrogatori, Esposito, cuoco residente a Savignano sul Panaro, ha riconosciuto di essere l’autore della violenza sessuale e di aver dato fuoco al corpo di Neata Vasilica Nicoleta, prostituta rumena 31enne, mentre un video lo inchioda per quel che riguarda il tentato sequestro di persona avvenuto a Savignano sul Panaro. Ha però negato di essere l’autore dell’omicidio, riferendo che ad uccidere la giovane sarebbero stati “due uomini neri”, versione che non viene ritenuta minimamente credibile dagli inquirenti.