
"Non resteremo aperti solo venerdì. Questo è l’inizio". A parlare è Federico Milieni, responsabile della palestra GimFive, che nei giorni scorsi ha aperto le proprie porte agli atleti proprio per dare un segnale forte contro il lockdown di tante attività.
Non temete le sanzioni?
"Noi siamo i precursori del movimento ’Ioapro1501’, tra i primi ad annunciarlo e domani (oggi, ndr) apriremo dodici palestre in Italia. Non la reputiamo una protesta rischiosa: le nostre strutture sono ampie e all’interno vige il pieno rispetto dei protocolli di sicurezza ai quali ci siamo adeguati nell’immediatezza: mascherine durante gli spostamenti, igienizzazione dei locali e degli strumenti dopo ogni seduta, distanze. Sappiamo bene che fioccheranno multe, ma non siamo preoccupati. Ci sono sentenze che parlano di incostuzionalità e illegittimità dei Dpcm, ma su questo non vogliamo esprimerci: siamo esperti di fitness e non di diritto ma qualora arrivassero le multe le contesteremo’".
Da cosa nasce la protesta?
"Da una necessità: nel 2020 siamo stati chiusi la maggior parte dei mesi. Abbiamo costi fissi da onorare senza lavorare. Siamo un gruppo di novanta collaboratori, novanta famiglie. Tutti noi abbiamo mutui da pagare, affitti, rate. Questa rappresenta l’unica possibilità percorribile se vogliamo un futuro e se vogliamo garantirlo alle nostre famiglie".
L’apertura quindi non durerà un solo giorno?
"No, assolutamente: il quindici è l’inizio effettivo delle nostre attività lavorative. Posso anche dire che gli atleti, i nostri tesserati, ci sostengono tantissismo. Abbiamo avuto riscontri positivi e sono venute tante persone che mai erano entrare in palestra a portarci il loro sostegno".
Quindi al momento i contributi previsti dal Governo si sono rivelati insufficienti?
"E’ arrivato qualcosa, è vero, ma totalmente insufficiente. Come riempire una vasca con un cucchiaino, una goccia nell’oceano. Quello che ci hanno dato certo non salvaguarda il nostro lavoro e noi dobbiamo lavorare".
Nei giorni scorsi avete aperto la palestra nonostante i divieti. Cosa è successo?
"Abbiamo aperto la struttura di Modena Est come atto dimostrativo e sono arrivate le forze dell’ordine ma non abbiamo subito provvedimenti di chiusura. Non sentiamo di correre questo rischio, ma nel caso in cui si palessasse il nostro pool di avvocati è pronto a contrastare questa decisione".
Valentina Reggiani