
L'imputato Gaaloul in tribinale
Modena, 24 ottobre 2024 – I momenti della cattura all’estero, tre auto che percorrono le strade che conducono ‘al delitto’ in orari compatibili con lo stesso e la figura del terzo uomo (mai indagato). E’ stata caratterizzata da numerosi momenti di tensione, ieri, l’udienza per il terrificante delitto della giovane mamma di Ravarino Alice Neri. Un’udienza tecnica, in cui i carabinieri hanno ricostruito le diverse fasi delle indagini attraverso intercettazioni, sopralluoghi e ricostruzioni delle eventuali vie di fuga dal luogo del delitto, quel 17 novembre da parte dell’imputato. Alla sbarra, lo ricordiamo, c’è il giovane tunisino Mohamed Gaaloul che anche ieri ha rimarcato davanti ai giornalisti la propria innocenza. Gaaloul sarà sentito in aula il prossimo 4 dicembre: la scelta si anticipare l’audizione dell’imputato, che pare rilascerà dichiarazioni spontanee, è legata ad un successivo sopralluogo sul luogo dell’omicidio, nelle campagne di Fossa di Concordia. Ieri, in aula, c’era anche la sindaca di Concordia, Menozzi, una presenza volta a mostrare la propria vicinanza alla famiglia della vittima.
Tornando all’udienza di ieri, la stessa si è aperta con un focus sull’allontanamento dell’imputato fino al suo arresto, l’8 dicembre 2022, in Francia. Il teste, uno dei carabinieri che si è occupato delle indagini, ha ribadito la fuga di Gaaloul all’atto della prima irruzione per poi ‘ripercorrere’ alcune intercettazioni. Tra queste anche una conversazione tra l’imputato e i familiari, in cui gli stessi lo invitano a rientrare in Italia. "Rientra o ti prenderai la colpa" lo ammonivano, tirando in ballo altre tre persone ed escludendo che potessero saltare fuori eventuali sue tracce sul luogo del delitto. Dopo di che l’attenzione si è concentrata su tre auto passate da via Mazzalupi in orario compatibile con il delitto e che, secondo la difesa, non sarebbero state verificate, tra cui un furgone che alle 6.33 sarebbe uscito proprio da via Mazzalupi. Nel pomeriggio il focus si è spostato sul terzo uomo, ovvero l’ex collega della vittima con il quale Alice aveva avuto una relazione. L’avvocato Ghini ha sollevato un’eccezione in merito ai dati estrapolati dallo smarphone dell’uomo, dal momento che ‘l’operazione’ non è stata svolta in contraddittorio. "Si tratta di una violazione del diritto di difesa" ha detto Ghini in aula, ribadendo che ‘il passaggio’ avrebbe dovuto avvenire in incidente probatorio e chiedendo l’inutilizzabilità del google take out e della copia cloud del telefonino del collega di Alice. "E’ stata un’udienza molto utile e favorevole alla difesa – afferma Ghini –. Pm e parti civili hanno discusso ore sull’eccezione che ho sollevato e ciò dimostra come le indagini siano state a senso unico e mai abbiano preso in considerazioni ipotesi alternative.
E’ stata compromessa la possibilità di accertare nel contraddittorio tra le parti dove fosse una certa persona il giorno in cui la signora Alice Neri è stata uccisa". Gli avvocati della famiglia della vittima, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, dopo la ricostruzione degli spostamenti del terzo uomo la mattina del delitto da parte del luogotenente, hanno sottolineato come targa system e tabulati abbiano escluso ogni suo coinvolgimento.
"Siamo soddisfatti all’esito dell’udienza perché riteniamo chiariti due punti nevralgici: che l’imputato si è dato precipitosamente alla fuga dopo il delitto e che il cosiddetto terzo uomo non ha alcun ruolo nell’omicidio. I dati tecnici hanno definitivamente tombato la pista alternativa" affermano. A fronte della richiesta della difesa di escludere l’utilizzo dei dati relativi al terzo uomo, per quanto riguarda il ‘posizinamento google’, richiesta sulla quale la presidente della corte, Ester Russo, si è riservata e alla quale si sono associati i legali del marito della vittima, Negrini, intervengono Serena Ballista, Presidente UDI Modena (parte civile nel procedimento) e l’avvocata Sonia Lama: "Finalmente emerge forte e chiara una contraddizione in termini, faticosissima da ignorare: la parte Negrini, lesa dal femminicidio di Alice Neri, si accoda in modo conclamato alla strategia difensiva dell’imputato nel processo penale che la vedrebbe danneggiata, chiedendo a propria volta la inutilizzabilità della documentazione che andrebbe a escludere il coinvolgimento del cosiddetto terzo uomo, non a caso mai indagato. Ci chiediamo, in accordo con la Procura, se l’interesse della minore, una bambina che si è vista uccidere la madre, sia garantito dalla parte che la rappresenta in tribunale".
Sul tema interviene il legale di Negrini, l’avvocato Antonio Ingroia (non presente in aula) che parla di una "gravissima lesione e attacco alle prerogative difensive. Mi riservo di prendere lettura di quanto dichiarato in udienza e di tutelare il nome e l’immagine del mio assistito, mio personale e dei legali del mio studio legale".