"Dialisi, mia moglie ’soffre’ il trasferimento da Mirandola a Carpi"

"Dialisi, mia moglie ’soffre’ il trasferimento da Mirandola a Carpi"

"Dialisi, mia moglie ’soffre’ il trasferimento da Mirandola a Carpi"

"Me la stanno uccidendo". E l’angosciato grido di dolore del marito di Cinzia Pericoli, una 51enne residente a Vallalta di Concordia che ogni estate da anni deve affrontare una trasferta a Carpi per essere sottoposta a dialisi. Solo che quest’anno le peregrinazioni all’ospedale Ramazzini sono iniziate molto prima. E’ successo anche ieri, già per la terza volta negli ultimi 8 giorni. "Come sempre – interviene il marito – ce lo comunicano all’ultimo. Questi cambiamenti continui e il fatto di doverci portare fino a Carpi per la terapia sono nocivi alla salute di mia moglie". Del disagio che questo comporta ne è consapevole anche il medico di base che ha in cura la signora Cinzia. Giusto un anno fa (il 9 agosto 2022) aveva certificato a seguito di una visita che la signora "riferisce, a causa dello spostamento della terapia dialitica dall’Unità Operativa di Dialisi di Mirandola, aumento della sintomatologia ansiosa con tachicardia, crisi ipertensive, insonnia e calo dell’appetito con calo ponderale. In alcune occasioni si sono presentati anche attacchi di panico. Tale sintomatologia ha richiesto aumento del dosaggio della terapia ansiolitica". Nonostante sia risaputo che la signora soffre queste lunghe trasferte, Cinzia a differenza di altri pazienti seguiti dalla rete nefrologica modenese presso il Distretto di Mirandola deve accettare suo malgrado di recarsi a Carpi. "Data la sua fragilità, avendo anche subito due trapianti, tutto ciò appare incomprensibile" dice il marito. Dal canto suo l’Azienda Usl di Modena precisa che "la rete nefrologica aziendale assicura assistenza e prestazioni a oltre 270 dializzati in provincia di Modena, attraverso un’organizzazione che conta otto centri, integrati funzionalmente tra loro. In alcune situazioni molto limitate, esclusivamente quando le condizioni dei pazienti richiedano accorgimenti particolari per scongiurare rischi per la salute, è possibile che la prestazione venga garantita in un centro dialisi diverso da quello del distretto di residenza. È ciò che avviene, tra gli altri, alla cittadina autrice della segnalazione". Secondo l’Ausl, però, si tratta di "brevi periodi, quando per continuare ad assicurare il trattamento, garantire le condizioni ambientali necessarie per la sicurezza clinica della paziente e allo stesso tempo ottimizzare l’impiego del personale si rende necessaria l’erogazione della prestazione presso il Centro dialisi di Carpi. A fronte delle rimostranze della famiglia, si è provveduto anche a offrire la possibilità di effettuare, tramite strumentazione all’avanguardia, la dialisi a domicilio con l’assistenza di un infermiere. Alternativa che però è stata rifiutata". La famiglia obietta "la terapia a domicilio in assenza di medico peggiorerebbe l’ansia di mia moglie" sostiene il marito.

Alberto Greco