VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Disordini e violenza in carcere. Aggrediti medico e quattro agenti. Gaaloul tra i detenuti in rivolta

Caos sabato sera nel penitenziario dopo un acceso diverbio con gli operatori: è spuntata anche una lama. L’avvocato del 31enne in cella per il delitto di Alice Neri: "È scosso, fatti da chiarire: coinvolto suo malgrado".

Caos sabato sera nel penitenziario dopo un acceso diverbio con gli operatori: è spuntata anche una lama. L’avvocato del 31enne in cella per il delitto di Alice Neri: "È scosso, fatti da chiarire: coinvolto suo malgrado".

Caos sabato sera nel penitenziario dopo un acceso diverbio con gli operatori: è spuntata anche una lama. L’avvocato del 31enne in cella per il delitto di Alice Neri: "È scosso, fatti da chiarire: coinvolto suo malgrado".

E’ sempre più teso il clima all’interno del carcere Sant’Anna: sabato sera è scoppiata l’ennesima ‘mini’ rivolta tra alcuni detenuti e gli operatori della polizia penitenziaria anche se i motivi che hanno scatenato i disordini, al momento, non sono noti. Tre detenuti avrebbero iniziato a dare in escandescenza dopo appunto un acceso ‘confronto’ con il personale, per poi distruggere due monitor della sorveglianza, arrivando ad aggredire fisicamente quattro agenti e a minacciare il medico di turno con una lama. I poliziotti sono finiti in ospedale e dimessi con prognosi superiori ai cinque giorni ed ora si stanno appurando le responsabilità in capo ai tre detenuti coinvolti nel violento diverbio. Tra questi c’è anche Mohamed Gaaloul, il 31enne tunisino come noto in carcere per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri. Al momento, appunto, non sono noti i motivi della lite, degenerata in aggressione anche se pare vi siano anche richieste ‘disattese’. Quel che è certo è che, nonostante l’arrivo di nuovi operatori, la situazione all’interno del penitenziario modenese è sempre più tesa a fronte di un organico che risulta ancora insufficiente e di un sovraffollamento sempre più allarmante. A spiegare come ora si stia cercando di fare chiarezza sull’accaduto e sulle responsabilità di tutti i coinvolti è l’avvocato di Mohamed Gaaloul, Roberto Ghini. "Qualcuno avrebbe danneggiato due televisori a causa dei comportamenti pare gravemente offensivi – così mi riferisce il mio assistito, ancora molto provato – da parte di un operatore. Tengo a precisare che il mio assistito, fino ad oggi, si è sempre comportato in maniera impeccabile ed anzi ha contribuito in più occasioni a soccorrere persone che all’interno della casa circondariale si erano procurate, a seguito di gesti di autolesionismo gravi ferite. Non voglio puntare il dito nei confronti di nessuno, ma proprio le condizioni della casa circondariale di Modena e i drammatici fatti accaduti in questi ultimi mesi dovrebbero suggerire, da parte di tutti, maggior prudenza e attenzione. Niente giustifica le offese che potrebbero essere state dette da uno dei detenuti coinvolti all’operatore o eventuali danneggiamenti di suppellettili. Aspetto di verificare la materialità dei fatti per capire l’esatta dinamica della vicenda e per comprendere in che misura egli sia coinvolto. L’ho sentito telefonicamente: era ancora molto scosso e mi ha garantito di non aver fatto nulla ma di essere rimasto coinvolto suo malgrado in questo aspro confronto".