MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Dubbi e ombre nella casa dei Rosmer

Il dramma di Ibsen con Elena Bucci e Mario Sgrosso, da domani a domenica al Teatro Storchi

Un’immagine tratta dalla Casa dei Rosmer (foto Ilaria Costanzo)

Un’immagine tratta dalla Casa dei Rosmer (foto Ilaria Costanzo)

Uno testo di Henrik Ibsen del 1886 che descrive le contraddizioni che viviamo nel nostro presente in uno scenario che si ripete nella storia. È ‘La casa dei Rosmer’, Rosmersholm, che sarà portato in scena, da domani sera a domenica, al Teatro Storchi di Modena da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Gli attori, che ne curano anche il progetto e l’elaborazione drammaturgica nonché la regia, rileggono uno dei drammi più significativi di Ibsen, componendo un viaggio attraverso le stanze segrete di una casa che diventa simbolo di relazioni, dubbi, inquieti sguardi sul futuro. Una politica intessuta di intrighi, prepotenze e menzogne perpetrate sia in nome della conservazione che del cambiamento, rapporti di convenienza travestiti da felicità che si nutrono di ambizione, e crimini.

Ma ‘La casa dei Rosmer’ è anche un dramma sui sentimenti, quelli potenti che muovono la misteriosa Rebecca West, interpretata da Elena Bucci, giunta come governante e, dopo il suicido della moglie di Johannes Rosmer (Marco Sgrosso), rimasta come compagna di quest’ultimo. Elena Bucci definisce la casa dei Rosmer "immobile e carica di passato. Illustri antenati di inattaccabile moralità e valore spiano i vivi dai ritratti alle pareti. I bambini Rosmer non piangono e non ridono mai. Qui i morti ritornano come cavalli bianchi al galoppo. All’improvviso entra nelle stanze un’aria nuova che porta fiori, gioia, sogni, ma anche il feroce conflitto politico in atto tra i conservatori che difendono i loro privilegi e coloro che sognano l’emancipazione per tutti. La casa è un acquario o una voliera, dove i personaggi si muovono secondo civili abitudini e convenzioni che trasudano prepotenza, viltà, rivalsa. Soltanto quando credono di avere perso tutto si rivela il loro disperato desiderio di amore, libertà e innocenza. Possono finalmente, nella loro fragilità, comprendere ed essere compresi, amare ed essere amati". La minaccia alla felicità si annida tanto in un passato cupo che schiaccia la promessa di nuove primavere, quanto in un futuro livido che annuncia cruente battaglie ‘a coltello’. "Gli spettri -prosegue l’attrice - proiettano la loro ombra sul desiderio di luce dei vivi, creature contagiate e allucinate, prigioniere di un incubo popolato di rivelazioni inattese, segreti nascosti, confessioni strappate, mentre l’apparizione di un cavallo bianco annuncia fughe ed epifanie, sempre sull’orlo del precipizio, nella nostalgia dell’innocenza". Lo spettacolo è co-prodotto da Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Teatro Metastasio di Prato e Centro Teatrale Bresciano.