"E’ un orgoglio vedere la Cittadella promossa. Vedrete, non faranno una D da comprimari"

Il tecnico Roberto Cantaroni racconta la sua lunga storia con la Cittadella da quando si allenavano in Seconda categoria al grande traguardo della Serie D. Un legame profondo che va oltre il campo da gioco, fatto di emozioni e orgoglio per la crescita del club.

"E’ un orgoglio vedere la Cittadella promossa. Vedrete, non faranno una D da comprimari"

"E’ un orgoglio vedere la Cittadella promossa. Vedrete, non faranno una D da comprimari"

"Se penso a quando ci allenavamo in Seconda categoria al Parco Ferrari mi vengono i brividi a pensare alla ‘mia’ Cittadella in Serie D". Mister Roberto Cantaroni, tecnico del Maranello, è stato per 15 anni il "Ferguson" del club di via delle Suore, più di un allenatore, un manager all’inglese, che ha legato gran parte della sua storia calcistica alla "Citta". Un feeling che va oltre il lato tecnico, visto che papà Alvise è stato presidente dal 2010 al 2013 e lo zio Leardo è stato fra i soci fondatori. "Anche se non sono più in società – racconta – ho seguito con emozione questa grande cavalcata. Lì sono cresciuto, nel 1977 ho iniziato a giocare quando ancora era Vis San Paolo con Ermanno Barbolini, Sandro Seghedoni e Michele Marchesini, poi sono tornato per chiudere la carriera fino a quando nel 2004 Barbolini mi chiamò per allenare. Eravamo ancora al campo di via Costa e quando pioveva il mitico Luciano Previdi, che ci ha lasciati 2 anni fa, chiudeva tutto e ci mandava al Parco Ferrari ad allenarci. Erano gli anni della Seconda categoria per salvarci, pensare che ora la Cittadella giocherà in D mi dà grande orgoglio. Molti degli amici di allora sono ancora lì, Lei, Pedroni, gli stessi Marchesini e Seghedoni oltre a Ferruccio Beghi. L’ingresso di Galassini è stata la svolta, la società è forte e con gente seria, penso che per Modena sia un vanto. Non faranno la D da comprimari". Cantaroni ha guidato dalla panchina tutta la scalata. "Nel 2010 abbiamo conquistato la Prima col trascolo poi in via delle Suore, nel 2014 la Promozione e subito lo storico salto in Eccellenz. Io sono andato via un anno, nel 2017 sono tornato e siamo risaliti in Eccellenza, salvandoci l’anno dopo prima del mio addio definitivo. E’ un orgoglio aver messo anche il mio piccolo mattoncino".

Davide Setti