
Lavorare il legno per lui non era solo un mestiere, ma una vera passione, così come passeggiare nei boschi o ascoltare i ‘racconti’ e i segreti della montagna. Enzo Ferraresi a Finale era figura notissima e iconica, solido e rassicurante come uno degli alberi monumentali che costellano il nostro paesaggio: artigiano e imprenditore nel commercio e nella lavorazione dei legnami, attivissimo anche nel volontariato, si è spento pochi giorni prima di compiere 91 anni. Figlio del primo presidente del Cln nel 1945, Enzo Ferraresi, con i fratelli Berto e Bruno, ereditò l’azienda familiare che ha condotto per decenni e che continua a essere gestita dai figli. Sempre sorridente ed empatico, pronto alla battuta, è stato anche consigliere comunale della Democrazia Cristiana per alcuni mandati: partecipava attivamente alla vita parrocchiale, cantando pure nella corale Erga Omnes. Come l’indimenticato fratello Berto, poeta e appassionato di storia e tradizioni finalesi, fu tra i fondatori del circolo Carc poi del gruppo R6J6, promuovendo studi e ricerche su Finale che portarono anche alla formazione delle collezioni del Museo Civico. Amava il suo lavoro, conosceva ogni sfumatura del legno e nel tempo libero si dedicava a costruire bellissimi cavalli a dondolo che regalava ai bimbi. La notizia della sua scomparsa ha fatto in un baleno il giro di Finale, suscitando profonda commozione. Enzo Ferraresi lascia la moglie Meri, i figli Chiara, Antonio, Paolo e Giovanni: fra i suoi nipoti, anche don Luca Fioratti, attuale parroco di Vignola. I funerali di Enzo Ferraresi saranno celebrati domani alle 15 nella chiesa del Seminario.
s.m.