
Maria Savigni. , assessore alle Politiche abitative di Sassuolo
Modena, 23 luglio 2025 – L’emergenza abitativa morde, i tagli del governo ‘mordono’ e la questione degli affitti, e del fondo con cui il Comune lenisce l’emergenza, è stata oggetto di discussione in consiglio comunale, con l’assessore alle Politiche abitative Maria Savigni che ha fatto il punto spiegando come la questione non riguardi solo "le situazioni estreme come quella delle persone senza dimora, ma coinvolga un numero crescente di famiglie che incontrano difficoltà nel trovare o mantenere un alloggio dignitoso e accessibile".
Cita la Caritas, Savigni, aggiungendo come non si tratti, o non più, "di un’emergenza temporanea, bensì di una crisi strutturale con radici economiche, sociali e urbanistiche profonde".
A livello nazionale, il 5,6% della popolazione vive in condizioni di grave deprivazione abitativa, ed il fenomeno risulta particolarmente diffuso tra le famiglie in cui il principale percettore di reddito ha meno di 35 anni, passate dal 7,6% nel 2019 al 12,1% nel 2024: contesto difficile, rispetto al quale Sassuolo non fa eccezione, anche perché se la Regione ha comunque destinato al fondo 10 milioni di euro da ripartire tra i diversi Comuni, il Governo ha detto stop.
Morale? Da 40 a 10 milioni, con ovvie ripercussioni anche sui numeri di Sassuolo. Dove le famiglie che hanno fatto richiesta sono 408 – non poche, visto che in città abitano poco più di 40mila persone – e meno della metà, 175, sono state inserite nella graduatoria distrettuale. Solo 75, tuttavia, hanno ottenuto quanto richiesto, a suggerire difficoltà ben evidenti, da parte degli enti locali, ad arginare l’emergenza. Scritta nei numeri: "Per fare un paragone – spiega Savigni - nel 2022 con il fondo nazionale incrementato dalle risorse regionali il nostro Distretto aveva ricevuto 935mila euro e non i 241mila di oggi".
La sintesi? Ancora Savigni: "a Sassuolo erano state raccolte 755 domande di cui 696 valide e gli uffici erano riusciti ad erogare i contributi a 301 famiglie". La differenza rispetto ad oggi c’è, e si vede. E oggi i contributi per aiutare i cittadini a pagare il canone di locazione possono arrivare a coprire per ciascun nucleo familiare fino a tre mensilità in un anno, per un massimo di 2mila euro. Ma chi ne gode, del contributo, sono appena il 15% (75 su più di 400) a dire che la domanda resta sensibilmente più alta rispetto all’offerta, al netto delle rimodulazioni dei criteri Isee che hanno ridotto il numero dei ricgiedenti. E l’emergenza detta, alla amministrazioni locali, un tema il cui svolgimento è sempre più complesso. s.f.