Al grande tavolo della maestra Elvira, ogni pomeriggio, sedevano tanti bambini. Le leggi razziali del 1938 l’avevano costretta a lasciare la sua cattedra, quelle aule che erano la sua ‘casa’ da trent’anni e che amava profondamente: allora lei aveva deciso di continuare a fare un ‘doposcuola’ ai ragazzini del paese e li accoglieva nella sua abitazione di fronte alla chiesa del Rosario, gratuitamente. A Elvira Castelfranchi, luminosa figura di docente e di donna, oggi è dedicato l’Istituto comprensivo di Finale. Il cognome "Castelfranchi" ha attraversato i secoli della vita finalese e alla storia di questa famiglia ebrea, che ha lasciato un ricordo indelebile, è dedicata la mostra (promossa da Alma Finalis con il patrocinio del Comune) che sarà inaugurata venerdì 13 presso le sale dell’Ex Guardia Nazionale in corso Cavour a Finale, in occasione della Giornata della Cultura Ebraica. Visite fino al 29 settembre.
La presenza della famiglia Castelfranchi (o Castelfranco) a Finale è documentata già dalla fine del ‘500: nel 1596 vi abitava il giovane Salomone Castelfranco con il fratello Leone e i figli Cesare e Mosé. Un secolo più tardi, nell’elenco delle famiglie ebraiche che abitavano a Finale comparivano quattro capifamiglia con il cognome Castelfranchi: si occupavano del commercio delle biade (con capienti ‘granari’), della seta e della canapa, e anche di abbigliamento. "Tra gl’Ebrei sono tenuti i più da bene che siano in questa terra", era scritto nell’atto di acquisto di una casa nel centro di Finale. Durante il ‘700 furono censite ben 108 nascite di bimbi con il cognome Castelfranchi. Nel secolo successivo, alcuni componenti della famiglia acquisirono un ruolo maggiore nella vita della cittadina.
Per esempio, Angelo Emilio Castelfranchi (1860 - 1938), allievo di Giosuè Carducci all’università di Bologna, divenne insegnante di francese e computisteria al Regio Istituto Tecnico "Ignazio Calvi" di cui fu anche direttore. I suoi due figli, Antonio e Giulio, furono docenti universitari. Il fratello di Angelo Emilio, Ciro Salomone Castelfranchi (1872 - 1956), fu docente al ‘Calvi’ e viene ricordato anche per la generosità con cui aiutava ragazzi bisognosi per permettere loro di continuare gli studi. Era un socialista e Gregorio Agnini (il deputato socialista finalese che fondò le cooperative di braccianti) fu suo testimone di nozze. Suo figlio Emilio divenne medico militare, di stanza a Venezia, ma per le leggi del 1938 venne improvvisamente congedato e interdetto dal servizio. Morì (forse di crepacuore) l’anno successivo: a lui è dedicata una pietra d’inciampo accanto a quella che era la sua abitazione in via Torre Portello. E poi Elvira (1874 - 1945), sorella di Emilio e Ciro, la maestra severa ma dolce che ha continuato a vivere nel cuore di tanti bimbi di allora. Che non hanno smesso di volerle bene.