
Quorum lontano. Nella città capoluogo i votanti raggiungono il 25% . Nei comuni della provincia dove il centrodestra è forte la percentuale si abbassa. Fiumalbo si ferma all’8%, a San Cesario in proporzione il flusso maggiore (27%) .
In provincia di Modena l’affluenza per i referendum alle 19 era di poco sopra il 22 per cento per tutti e 5 i quesiti, di due punti più alta rispetto alla media regionale e di sette punti sul livello nazionale. Modena si piazza al terzo posto in regione dopo Bologna (25%) e Reggio (23%). A Modena città il flusso ha superato il 25%. Si vota anche oggi: seggi aperti dalle 7 alle 15.
In percentuale il comune della provincia dove si è votato di più è stato San Cesario con il 27% di affluenza. Quello dove si è votato meno è stato Fiumalbo dove, sempre alle 19, non si è raggiunto l’8%. In generale, tasso di votazione particolarmente basso in montagna, soprattutto nelle realtà dove il centrodestra è forte. Mentre a superare quota 25%, oltre a Modena, sono stati Carpi, Castelfranco, Nonantola, Soliera e appunto San Cesario.
Alle 12 in provincia la percentuale era ferma all’11,21, a Modena città del 13,33, quasi il doppio rispetto al dato italiano.
A Modena città sono 141.591 i cittadini, di cui 73162 femmine e 68429 maschi, che sono chiamati ad esprimersi su cinque referendum popolari abrogativi in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. Ossia, tutti i cittadini italiani, inclusi quelli naturalizzati, che abbiano compiuto 18 anni e che siano iscritti nelle liste elettorali del Comune.
Gli elettori anche oggi potranno presentarsi al proprio seggio con la tessera elettorale, indispensabile per esercitare il diritto di voto, e un documento di identità o riconoscimento valido. In caso di smarrimento, deterioramento o esaurimento degli spazi sulla tessera, è possibile rivolgersi all’Ufficio Anagrafe di via Santi 40 a Modena, che in occasione delle votazioni effettuerà delle aperture straordinarie per il rilascio delle carte d’identità e delle tessere elettorali.
Sono cinque i Referendum popolari abrogativi in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza su cui gli elettori. Il primo quesito referendario propone l’abrogazione delle norme introdotte dal Jobs Act nel 2015, che hanno modificato le tutele per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Il secondo quesito riguarda, invece, le aziende con meno di 15 dipendenti. Attualmente, in caso di licenziamento illegittimo, l’indennità spettante al lavoratore è limitata a un massimo di sei mensilità. Il referendum propone di abrogare questa limitazione. Il terzo quesito mira a modificare le norme sui contratti di lavoro a tempo determinato, in particolare quelle relative alla durata massima e alle condizioni per le proroghe e i rinnovi. Il quarto referendum propone di abrogare le disposizioni che escludono la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni subiti dai lavoratori dipendenti di imprese appaltatrici o subappaltatrici, quando tali infortuni derivano da rischi specifici dell’attività svolta. Infine, il quinto quesito riguarda la legge sulla cittadinanza italiana. Attualmente, uno straniero extracomunitario può richiedere la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale in Italia. Il referendum propone di ridurre questo periodo a 5 anni.